Cristiani sull’orlo dell’estinzione nel Vicino Oriente: tra massacri, persecuzioni e silenzio

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Come molti cristiani copti in Egitto, Ayman Nabil Labib aveva un tatuaggio della croce sul polso.

Tempo fa, un suo insegnante gli disse di coprirlo in classe. Invece di obbedire, il giovane con aria di sfida tirò fuori la croce appesa al collo, rendendola visibile. Il maestro si arrabbiò e cominciò a soffocarlo, incitabdo i compagni musulmani del giovane dicendo: “Che cosa avete intenzione di fare con lui?”

Lo picchiarono a morte. False dichiarazioni sono state date alla polizia, e due ragazzi sono stati presi in custodia solo dopo che la famiglia terrorizzata di Ayman ha parlato.

La sofferenza di Ayman non è un caso isolato in Egitto o nella regione.

La primavera araba, e in misura minore il rovesciamento di Saddam Hussein, è stato propagandato come un grande cambiamento storico nella regione. Dall’Egitto alla Siria all’Iraq, dittature del Medio Oriente sarebbero state seguite da regimi democratici liberali. Anni dopo, però, c’è molto poco liberalità o democrazia da mostrare. Infatti, ciò che questi sconvolgimenti hanno lasciato in eredità alla storia è il quasi annientamento delle più antiche comunità al mondo di cristiani.

La persecuzione dei cristiani in tutto il Medio Oriente, così come il silenzio con cui è stato vissuto in Occidente, sono oggetto del libro del giornalista Ed West “Il silenzio dei nostri amici.”

Una litania vivace e agghiacciante di orrori: leggi discriminatorie, sepolture di massa, pogrom ufficiali, e l’esilio. I perseguitati non sono solo copti e cristiani nestoriani che hanno relativamente pochi come loro in Occidente, ma anche cattolici, ortodossi e protestanti.

In tutto il Medio Oriente, il modello è lo stesso. I cristiani vengono assassinati nella violenza di folla o da gruppi di militanti. Le loro chiese sono bombardate, i loro negozi distrutti, e le loro case saccheggiate. Le leggi ora li renono cittadini di seconda classe, e la maggior parte di loro alla fine lasciano.

In Egitto, la voce che una ragazza musulmana uscisse con un ragazzo cristiano ha portato alla distruzione di molteplici chiese, e all’imposizione del coprifuoco sulla popolazione cristiana locale. Bambini analfabeti sono stati tenuti in custodia di polizia per avere orinato in un mucchio di spazzatura, perché un imam ha affermato che le pagine che citano il Corano erano nella pila ed erano state oltraggiate.

In Siria, la situazione è ancora peggiore. Nel giugno 2013, un gruppo di villaggi cristiani è stato completamente distrutto. Fra Pierbattista Pizzaballa ha riferito che ” dei 4.000 abitanti del villaggio di Ghassanieh … non più di 10 rimangono.”

Due vescovi siriani sono stati rapiti da gruppi ribelli. I militanti hanno espulsi il 90 per cento dei cristiani nella città di Homs. Il Patriarca Gregorios III di Antiochia dice che, su una popolazione di 1,75 milioni, 450.000 cristiani siriani hanno semplicemente abbandonato le loro case per la paura.

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In Iraq, la storia è la stessa, ma più drammatica. Secondo West, tra il 2004 e il 2011 la popolazione dei Caldeo-assiri cristiani è scesa da oltre un milione a circa 150.000.

Nel 2006, Isoh Majeed, che ha sostenuto la creazione di un rifugio sicuro per i cristiani di Ninive, è stato assassinato nella sua casa. Il numero di chiese in Iraq è sceso a 57, da 300 prima dell’invasione americana. Il declino della popolazione cristiana irachena fin dalla prima guerra del Golfo è di circa il 90 per cento, con la maggior parte del calo che si è verificato dopo l’invasione del 2003.

L’Occidente ha enormi responsabilità in questa catastrofe, dal momento che ha supervisionato la creazione del governo del dopoguerra iracheno e ha fatto poco per proteggere le minoranze religiose. Come del resto ne abbiamo per la caduta dell’allora Costantinopoli.

Il libro di West tocca il comportamento insensibile dei governi occidentali in questi episodi. Aiuti alla ricostruzione in Iraq vengono distribuiti in base alle leggi irachene che discriminano gli iracheni cristiani. Gli Stati Uniti versano miliardi di aiuti in Egitto, eppure i cristiani in quel paese non sono autorizzati a costruire chiese.

Lo scorso settembre, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno cercato di rendere il loro sostegno di gruppi ribelli siriani esplicito, le stesse milizie che stavano eseguendo pogrom contro i cristiani.

Un negoziante cristiano a Ma’loula ha riassunto in una citazione alla BBC: “. Dite all’UE e agli americani che vi abbiamo mandato San Paolo 2000 anni fa, per liberarvi dalle tenebre, e ora loro ci inviano i terroristi per ucciderci”.

Attivisti occidentali e media di distrazione di massa sono tutti concentrati per le leggi della Russia contro la “propaganda omosessuale”, non possono perdere tempo a protestare contro le leggi che puniscono le persone con la morte per essersi convertite al cristianesimo.

Ed West, cita il filosofo francese Regis Debray, e distilla il problema così: “Le vittime sono ‘troppo cristiane’ per eccitare la sinistra”.

Queste sono le terre in cui gli apostoli di Gesù ‘e dei loro discepoli hanno portato la parola per la prima volta. In un’intervista, West ha sottolineato che queste comunità “erano cristiani quando gli antenati degli americani adoravano gli alberi e le pietre.” Ora sono in pericolo di estinzione imminente.

Nel 2013, Raphael I Sako, patriarca caldeo di Baghdad, ha dichiarato quanto segue nella sua omelia: “Ancora l’ombra di paura, ansia, e la morte è appesa sopra il nostro popolo.”

Ha avvertito: “Se l’emigrazione continua, Dio non voglia, non ci saranno più cristiani in Medio Oriente. Non sarà più che un lontano ricordo.».

Il libro di West è un promemoria che fa riflettere sul fatto che noi, la politica occidentale ha contribuito a plasmare questo triste destino per i cristiani del Medio Oriente – e il silenzio della Chiesa permette che questo prosegua.