Amante tradita: la Mafia voleva far saltare la Torre di Pisa

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La mafia, sentendosi ‘tradita’ negli accordi con i politici, ha complottato per far saltare in aria la Torre di Pisa più di 20 anni fa. Eravamo nel 1992, quando la mafia aveva dichiarato guerra al suo ex alleato, lo Stato, decidendo di intraprendere una serie di attacchi contro polizia e giudici non acquiescenti, nonché obiettivi civili come musei e treni.

Il cosiddetto’pentito’ Gioacchino La Barbera ha parlato ieri davanti alla corte di Palermo. Secondo lui, fu Paolo Bellini a suggerire l’obiettivo ai suoi associati mafiosi, durante gli anni del terrore.
Bellini, soprannominato ‘la primula nera’, suggerì di smettere di colpire obiettivi civili e colpire invece i tesori artistici dell’Italia.

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La corte ha sentito come ha convinto capo Nino Gioe che l’impatto di una tale esplosione sarebbe più potente, dicendo: ‘Provate a immaginare. Che cosa succede se a Pisa si svegliano e la Torre non c’è!? ‘
Gli esplosivi erano stati preparati per l’attacco e sono stati poi scoperti dalla polizia. Il complotto venne accantonato dopo gli arresti nel 1993, tra cui quello di Totò Riina.

Il sindaco di Pisa ha detto che l’Italia dovra ‘rimanere vigile’ nella sicurezza dei suoi monumenti nazionali. Lui che ha da poco deciso di fare una moschea nelle vicinanze.

Il pentito parla al famoso processo della trattativa Stato-Mafia, quello delle telefonate distrutte Napolitano-Mancino, per intenderci.