Italiano senza lavoro: vive in casa senza corrente, ai nomadi la paga il Comune

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BARI –  Giuseppe Marcato ha 50 anni e ha 4 figli, un maschio di 24 anni e tre femmine. Giuseppe ha perso il lavoro. Non ha una casa. O meglio, un posto dove vivere ce l’ha, se possiamo considerarlo tale.

A Bari, in un’area che il degrado ha trasformato in terra di nessuno. Siamo in corrispondenza dell’ex capannone Gs. «Qui ci sono i poveri – dice Marcato – ma c’è gente che, ormai uscita dalla povertà, la utilizza come specchio dietro il quale nascondere un benessere conquistato chissà come» Vicino ai campi nomadi.

Nicola, il figlio 24enne di Giuseppe, ci fa entrare in casa: un immobile che definire fatiscente è generoso. Tre stanze adattate a cucina, bagno e camera da letto. Non c’è luce perché Giuseppe non ha i soldi per pagare e lui non è un ‘nomade’, a lui la luce non la paga il Comune. O la Regione vendoliana.

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L’acqua, invece,  arriva solo di notte. In ‘compenso’ ci sono i topi:«Se vieni di sera è pericoloso – racconta il capofamiglia -. Ratti grandi come gatti escono dalla fogna e sono aggressivi».

Giuseppe Marcato non è un vagabondo, e nemmeno è senza qualifiche,  è un operaio specializzato: posatore e restauratore di pavimenti in legno, i parquet. «Purtroppo Bari non vuole operai qualificati. Spesso vanno avanti le mezze cartucce che per 20 euro sgobbano 15 ore al giorno». I famosi ‘migranti’.

Dei quattro figli, la più piccola è stata tolta alla famiglia, vive in  un istituto, lo ha deciso il Tribunale per i minorenni. Molto più semplice che dare un lavoro a Giuseppe.

Intanto la Regione Puglia sta finanziando, insieme ad altre regioni molto prosperose senza disoccupati, come Campania e Calabria,  le assunzioni di ‘profughi’:

http://voxnews.info/2013/10/28/calabria-soldi-finiti-per-25mila-disoccupati-italiani-vanno-ai-disoccupati-stranieri/