Bulgaria ci rifila Rom e lavoratori low-cost: e si tiene la terra

Vox
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Mentre noi siamo costretti a sopportare contindue ondate di zingari dall’Est, grazie alle obsolete regole sulla libera circolazione della Ue, in particolare dai nuovi paesi come Romani e Bulgaria, quest’ultima ha approvato un divieto per gli stranieri all’acquisto di terreni, nella stessa settimana in cui i suoi cittadini, Rom compresi, hanno ottennuto il diritto a lavorare e vivere ovunque nell’UE.
In Italia, grazie a Prodi, questo diritto lo avevano già ottenuto nel 2007.

Il paese ha rafforzato il divieto ai non-bulgari dell’acquistare di appezzamenti agricoli. Che, per carità, sarebbe anche nel diritto di una nazione sovrana, ma cozza un po’ con il fatto che tutti gli altri si debbano prendere i loro immigrati – e guai a negare il loro ingresso – e poi si vedano negare il diritto a possedere terra in Bulgaria.

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Il divieto veniva a scadere il 1° gennaio, ma è stato esteso fino al 2020. La terra costa troppo poco in Bulgaria, rispetto ai paesi ‘ricchi’ della Ue, e c’è il timore che venga depredata da investitori stranieri. Ma lo stesso concetto economico vale per i loro lavoratori: quando vengono nei nostri paesi, gli stipendi che sono pronti ad accettare sono troppo bassi per i lavoratori autoctoni, e questo espelle i nostri giovani da interi settori produttivi, o li costringe ad ‘adeguarsi’.

Un paese serio uscirebbe dalla Ue e impedirebbe che Bulgari e Romeni – per non parlare degli zingari da lì provenienti – possano vivere, lavorare e muoversi entro i propri confini senza alcun controllo e limite. Ma non esisteno paesi seri in Europa. Non più.

Tranne la Bulgaria: che ci rifila i suoi Rom e i suoi poveracci, e si tiene la terra. Razzisti.