Eto’o come Balotelli: non vuole vedere la figlia

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E’ il marchio di fabbrica della popolazione maschile nera negli Stati Uniti, seminare figli e non occuparsi di loro. Tanto è vero che quasi la totalità dei bambini neri vive in famiglie dove c’è solo la madre single ad occuparsi di loro. Crescono senza padre.

E non è strano. E’ così che avviene in Africa. E i personaggi famosi non sfuggono a questi comportamenti per loro ‘naturali’. E’ il caso noto di Balotelli. E quello meno noto di Samuel Eto’o. Personaggio idolatrato – come tutti i calciatori, soprattutto se ‘diversamente bianchi’ -che ha una figlia abbandonata in Italia, anche se, il test del DNA disposto da una corte spagnola, confermò nel 2004 la sua paternità.

Eto’o ha già quattro figli con la moglie Georgette e qualche anno fa venne accusato da Amina, una modella senegalese abitante a Milano e in attesa di un figlio da lui, di averla minacciata di morte se non avesse abortito.

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L’africano dovrebbe pagare 3mila euro al mese alla madre della figlia, una ‘sarda’ di nome Barranca, per il mantenimento della bambina. Bambina che però il giocatore non ha mai voluto incontrare, malgrado i ripetuti inviti dell’ex compagna a farlo (l’ultimo sarebbe avvenuto addirittura lo scorso 1 dicembre in occasione della sfida contro il Southampton, quando madre e figlia sono inutilmente volate a Londra per vedere Eto’o, che qualche anno fa, alla vigilia di un Cagliari-Inter, scappò persino davanti alle telecamere di Striscia La Notizia, giunte apposta nel ritiro nerazzurro per chiedergli della vicenda).

Dice la donna, che è solo causa del suo male, che Eto’o si è rifiutato di pagare quanto stabilito dalla legge. Per un totale di circa 120mila euro.
Stando ai nuovi documenti presentati in tribunale, infatti, a causa dell’evidente rifiuto paterno la ragazzina (che ha il cognome di Eto’o sulla carta d’identità) soffre di crisi esistenziali – comuni in figli di coppie miste – e ha sviluppato alcune patologie di natura psicosomatica, come il rifiuto a mangiare carne o pesce e una fobia nei confronti di piccioni e gabbiani. Tutte difficoltà che vivono i bambini che non hanno certezza della propria identità. E questo è colpa della madre.

“Penso che Eto’o non capisca più cosa sia davvero importante – ha concluso la ‘signora’ Barranca – ha tanti soldi e auto di lusso, ma non si preoccupa del sangue del suo sangue”. Ma nemmeno lei lo ha capito.