Doveva essere uno stadio stracolmo, con solo posti in piedi, ma il servizio funebre per onorare Nelson Mandela è andato deserto. Pochissimi i bianchi presenti.


Decine di migliaia di posti dello stadio di calcio FNB di Johannesburg, rimasti vuoti per tutte le cinque ore di elogio. Anche al culmine del servizio, erano occupati solo due terzi dei posti, un grande imbarazzo per il governo del Sud Africa, per quello che era annunciato come il fulcro di una settimana di eventi che segnano la morte di Mandela.

Con l’inizio della cerimonia enormi distese dello stadio erano ancora vuote.

A rovinare la ‘festa’ ai cantori del nuovo SA, e a mettere in crisi la nenia mediatica di un ‘paese arcobaleno’, il fatto piuttosto evidente che, a parte capi di stato e rockettari d’alto bordo, il servizio funebre è stato completamente disertato dai bianchi. A dimostrazione che, a vent’anni dalla caduta dell’apartheid, il paese è più diviso che mai. E che, lungi dall’essere il ‘padre della patria’, come ridicolmente descritto dai soliti pennivendoli e intellettuali tardi nostrani. Mandela è, più oggettivamente, il capo di una fazione. Quella nera.

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