Ora il Governo ha paura, per i Servizi Segreti: “Carabinieri stanno coi manifestanti”

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Scrive l’AdnKronos:

In queste settimane analizzate possibili derive eversive; gli 007 “hanno informato per tempo le forze di polizia e anche sulla possibile evoluzione della protesta riferirà domani al Copasir il direttore dell’Aisi”. ‘Sondaggi’ nelle caserme per verificare la situazione, Osservatorio Militare: “I militari si toglierebbero il casco come hanno fatto le forze dell’ordine”

Nessuna sorpresa: l’intelligence è ‘sul pezzo’ e nulla viene lasciato al caso o alla strada. La protesta dei cosiddetti forconi e di altri gruppi e realtà che in questi giorni sta causando situazioni critiche in diverse città, è stata studiata a lungo dai nostri Servizi di Informazione. Nell’attività di prevenzione sono stati analizzati in queste settimane gli scenari della protesta e i rischi legati all’evoluzione dei movimenti. A quanto apprende l’Adnkronos da qualificate fonti di intelligence, da tempo sui rischi legati alle manifestazioni c’è un dossier sul tavolo di Marco Minniti, Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica.

Gli 007 -rimarcano le stesse fonti- hanno informato per tempo le forze di Polizia, e anche sulla possibile evoluzione della protesta, su cui convergono anche ali estremiste trasversali, riferirà domani al Copasir il direttore dell’Aisi, Arturo Esposito. Si ha a che fare con un movimento che ha caratteri non ordinari, sottolineano ancora gli analisti intelligence. Il rischio è che sulla base di proteste di cittadini motivate da condizioni reali di crisi e disagio, si innesti poi, sotto traccia, una sorta di “spinta eversiva che punta a entrare in tutte le piccole crepe di crisi sociale”. Un ‘fiume carsico’ al quale non va lasciato campo.

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Il punto, rimarcano le stesse fonti, è separare le ragioni -anche radicali- di un movimento di protesta, che sono tutelate dalla democrazia e dalla libertà di espressione, dalla violenza in cui le rivendicazioni potrebbero sfociare a causa di ‘innesti’ di realtà che mirano a cavalcare la tigre delle rivendicazioni. Un compito, quello di assicurare equilibrio tenendo alla larga gli estremisti, che spetta agli stessi manifestanti e sicuramente allo Stato, che vigila con le forze di polizia per far rispettare la legge e perché non venga lesa la libertà degli altri cittadini.

Inoltre, secondo quanto riferisce all’Adnkronos Domenico Leggiero, responsabile forze armate dell’Osservatorio Militare, ‘sondaggi’ riservati e verifiche di situazione sarebbero in corso in diverse caserme italiane “per sondare gli umori del personale militare in questa fase delicata, soprattutto nell’eventualità di un impiego delle forze armate per mansioni di ordine pubblico”. Leggiero sottolinea che “da più parti, dal Veneto alla Sardegna, arrivano segnalazioni relative a iniziative per ‘misurare la temperatura’ del personale da parte dei comandanti locali. Come Osservatorio ci chiediamo: i militari si toglierebbero il casco di fronte ai manifestanti come hanno fatto nei giorni scorsi le forze dell’ordine? Crediamo proprio di sì”.

“Si vuole capire da che parte sta la ‘gente con le stellette’. Tra carenza di fondi, mancati pagamenti di straordinari, blocco stipendiale e ‘cannibalizzazione’ dei mezzi -spiega Leggiero- i militari italiani vivono una fase di difficoltà. Non ci stupiremmo se finissero per sposare le rivendicazioni dei movimenti che in questi giorni protestano nelle piazze italiane”.

In ambienti militari la denuncia dell’Osservatorio Militare viene accolta con molta prudenza: “non risultano ‘sondaggi’ di questo tipo, nè espliciti nè riservati. D’altra parte -sottolineano fonti qualificate- un comandante che prendesse autonomamente questo tipo di iniziativa dovrebbe poi spiegare le ragioni di un gesto del genere. Non è previsto alcun utilizzo di militari nelle manifestazioni, le forze armate si limitano a svolgere mansioni di ausilio alle forze di polizia nell’ambito dell’operazione Strade Sicure”‘. In ogni caso, “nessun dubbio sulla tenuta democratica delle forze armate, l’unica categoria che giura fedeltà alle istituzioni a costo della propria vita”.

Una vera e propria opera di ‘schedatura’ di chi protesta. Tanto per essere chiari: gli ‘eversivi’ stanno in Parlamento.