Magistrati invasati: “Una moschea in ogni comune italiano”

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C’è chi resiste all’islamizzazione. A Varese e nel paese Sesto Calende , roccaforti di una Lega Nord in piena ripresa nei sondaggi, l’amministrazione comunale nega la moschea e centro di reclutamento ai musulmani.
Ma i magistrati non stanno a guardare. Così il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso dei predicatori islamici: vuole imporre all’amministrazione democraticamente eletta del sindaco Marco Colombo di individuare un terreno per la moschea. Anzi: ogni comune, dice la sentenza, deve fare lo stesso. Viva i nuovi padroni con la tunica nera e il martello in mano.

Del resto sono sempre i magistrati lombardi ad avere liberato il fanatico islamico poi accorso mitra in pugno in Siria con la motivazione, poi rivelatasi farlocca ‘non è un terrorista’.

La moschea precedente era frutto della concessione di una amministrazione del Pd: “Era un posto molto brutto – dice il sindaco del Carroccio – degradato in termini architettonici e precario in quanto a sicurezza. Ogni venerdì vi si radunavano 250 persone in meno di 100 metri quadrati, venivano da tutto il Piemonte e da mezza Lombardia”. Tanto che la raccolta firme anti-moschea organizzata dalla Lega Nord raccolse oltre 5600 cittadini su una popolazione totale di 11mila residenti. “Di fronte alla nostra petizione la maggioranza di centrosinistra è andata avanti comunque predisponendo una convenzione che non venne mai firmata perché le parti non erano d’accordo sul contenuto”.

E fu sulla campagna anti-moschea che Colombo vinse le elezioni. E diversamente da altri suoi compagni di partito, mantenne la promessa: il suo primo atto da sindaco, fu dichiarare inagibile la moschea.
“Il centro storico di Sesto si stava distruggendo La popolazione aveva i nervi tesi. Ovunque attorno a questo posto stavano sorgendo kebab e c’era sempre gente strana a bivaccare nel nostro Paese”.

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Ora il Tar, con una sentenza bizzarra: “ciascun Comune è tenuto ad individuare nel Piano dei Servizi aree da destinare a servizi religiosi”. La sentenza del Tar lombardo, appellandosi all’articolo 19 della Costituzione (libertà di culto), specifica poi che anche dove si ravvedesse la necessità di non accogliere le richieste delle comunità attive sul territorio, devono esserci giustificati motivi. Nello specifico l’associazione richiedente era in possesso di tutti i requisiti necessari e i motivi addotti dall’amministrazione leghista non sono stati ritenuti validi. “Ora – commenta rammaricato il sindaco – dobbiamo per forza individuare un’area, anche se sicuramente faremo ricorso”. L’Italia non ha firmato alcuna convenzione con l’Islam, anche perché non c’è un rappresentante unitario, quindi le motivazioni del Tar sono fantasiose. Come al solito.

La libertà di culto significa non fare come i sauditi: che perquisiscono le case a caccia di Bibbie. Non imporre ai cittadini italiani le moschee. Come vogliono fare i magistrati a colpi di sentenze.

E il Sindaco non cede: “Il Tar ci impone di fare. Io obbedisco. Ma su questa cosa sono pronto a dimettermi anche oggi pur di rimandare il più possibile l’atto”. Il sindaco spiega che farà di tutto per rispettare la volontà dei cittadini sestesi che ancora oggi, a distanza di cinque anni dall’accaduto, rimangono ferocemente contrari alla realizzazione di una moschea: “Se io devo dare questa possibilità ai musulmani devo garantire un luogo al massimo per una quindicina di persone, tanti sono i musulmani praticanti a Sesto Calende. Non posso rispondere alle esigenze regionali, la verità è che il problema va affrontato altrove, non può essere un piccolo paese di lago a sobbarcarsi ogni venerdì un’affluenza che nei mesi del ramadan arriva a 600 persone”.

Dice l segretario provinciale leghista Matteo Bianchi: “Dobbiamo sempre considerare questi posti come un potenziale pericolo, un possibile luogo di coltura per cellule terroristiche”. E poi continua: “La libertà di culto deve essere garantita a tutti ma nel rispetto delle regole sia urbanistiche che di igiene e anche di sicurezza”. “La lega è sempre chiara, il razzismo non c’entra nulla. Vogliamo solo evitare che si cada nella dittatura della minoranza”.




2 pensieri su “Magistrati invasati: “Una moschea in ogni comune italiano””

  1. Questi magistrati invasati gli islamici se li devono portare a casa loro.
    Le moschee sono solo dei luoghi di culto, dove si incita al terrorismo, portando la nostra cultura e persino la nostra esistenza come popolo all’estinzione.

  2. Il vostro servizio commenti non funziona.
    Sto cercando di postare dei commenti che non sono dei duplicati, ma non vengono accettati.

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