Ha sgozzato una donna: “E’ colpa della società”

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Dichiarazione in pieno stile Kyenge.

BARI – È arrivato qui che aveva forse quindici anni. Non si sa bene attraverso quali percorsi, certo quelli di un’infanzia non tranquilla e felice. Donald Nwajiobi è in carcere per aver confesssato l’omicidio di Caterina Susca, sessant’anni, aggredita nella sua villetta di Torre a Mare, lunedì scorso. Il giudice ritiene che potrebbe uccidere ancora. È potenzialmente pericoloso.

«Di questo delitto è responsabile tutta la società civile. Il mostro lo creiamo noi, siamo tutti un po’ colpevoli». L’affermazione forte è di Paride Lomuzio, legale della Pam Service, la cooperativa sociale che gestisce vari centri di accoglienza per minori. Lomuzio conosce Donald, ospitato in uno di questi centri nel suo ultimo anno da minorenne. Era uscito da pochi mesi.

Chi è Nwajiobi? Possiamo tracciarne la storia?

«Un ragazzo con una storia di violenza, questo è certo. Non mi sento, però, di liquidare così la questione. Credo che l’episodio, assolutamente ingiustificabile, vada inserito in un quadro più ampio che chiede soluzioni incisive. Allo stato delle cose posso dire solo che me lo aspettavo».

Perché? Donald aveva precedenti?

«È arrivato da noi inviato da Gravina, era in carico lì. Aveva aggredito un’assistente sociale. Un episodio di certo molto grave per arrivare alla denuncia. Chi gestisce queste comunità in qualche modo è abituato. Per piccole cose non si denuncia».

Da voi come si comportava?

«Gli atteggiamenti aggressivi erano quasi quotidiani ma niente di serio. D’altra parte è normale per un ragazzo con alle spalle un’infanzia difficile e di più. Certo non mi sarei aspettato questi livelli di ferocia ma non avrei escluso che, fuori di qui, la vita non sarebbe stata facile».

Quando è uscito? Per andare dove?

«È questo il problema. Quando escono di qui spesso sono abbandonati a loro stessi. A 18 anni, torta, candeline e poi il regalo che ricevono è quello di finire per strada, senza sapere dove andare. Per un ragazzo difficile è il colpo di grazia».

Ma il programma cosa prevede?

«Non c’è un programma specifico. Finchè sono da noi, in comunità, cerchiamo di farli studiare, seguono corsi di italiano, li avviamo allo sport. Ma è inutile raccontare quanti pregiudizi e difficoltà incontrano in ogni campo. Sono grandi rispetto alla classe di inserimento, non parlano la lingua. Frequentano la scuola pubblica ma vengono accettati relativamente, imparano quello che possono».

E poi? Una volta maggiorenni?

«E poi nulla. Per i ragazzi che si integrano meglio c’è la possibilità di proseguire un percorso di studio fino a 21 anni. Per gli altri c’è la strada. E abbandonato per strada si perderebbe anche un figlio nostro».

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http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizie-nascoste/conoscevo-donald-non-un-mostro-no670103/

Questo criminale, questo africano sbarcato qualche anno fa a Lampedusa privo di freni inibitori ha massacrato una povera donna. Per un telefonino. E un’altra criminale con la penna ci informa che è ‘potenzialmente pericoloso’: potenzialmente? Tale è la stupidità dei pennivendoli di oggi.

Ma ancora più criminale è la dichiarazione di tal Paride Lomuzio, ex dirigente di Equitalia. Uno che vive del business dell’immigrazione. Perché dell’immigrazione che è distruzione dell’Italia lui, e quelli come lui, traggono guadagno: sono quelli che nelle loro strutture ospitano i Kabobo; sono quelli che con la toga di avvocati difendono i Kabobo. Hanno le mani sporche di sangue. E il cervello atrofizzato da troppa ideologia.

Perché solo così si spiega una frase come questa: Di questo delitto è responsabile tutta la società civile. Il mostro lo creiamo noi, siamo tutti un po’ colpevoli, frase che l’altro testa vuota definisce ‘forte’.

Il mostro lo create voi. Voi armate le mani dei mostri. Voi li ‘coccolate’ nei vostri centri, che sono covi di criminali, a spese nostre. Siete voi, parassiti della società, i responsabili di questo e di tutti i delitti che gli immigrati commettono nel nostro Paese.

Questa sorta di omuncolo dà la colpa alla società. E’ ‘colpa nostra’, dice. Forse perché questo nigeriano è stato accolto, lavato, sfamato, ospitato per anni a spese nostre? E’ vero. Non doveva mettere piede in Italia. Doveva essere respinto appena sbarcato: minorenne o no. Perché i minorenni, sono i Kabobo ‘qualche anno prima’.

Sono individui folli come questo Lomuzio, che distruggono il Paese. Sono personaggi come lui, che portano il ‘cavallo dentro le mura’. Sono le ‘puttane dell’immigrazione’.

Cooperative i cui intrecci di interessi sono molto strani. Figlie presidenti e padri responsabili legali. E politici che danno finanziamenti a pioggia. Nella Puglia di chi ride sugli operai morti.

Lomuzio, ex dirigente di Equitalia, che evidentemente di ‘strozzare’ gli italiani se ne intende. Non c’è alcun ‘quadro ampio’, non c’è alcuna ‘difficoltà di inserimento’: c’è una donna che era a casa sua, nella sua terra. E che a sessant’anni è stata sgozzata da un criminale africano. Uno che non doveva essere qui. Chi dice il contrario, non solo è un completo imbecille, è anche un vigliacco. E’ uno che sputa sui cadaveri.

E lo fa per soldi.

Sarebbe ora di denunciare chi gestisce queste cooperative, e lucra sulle tragedie degli altri, per ‘favoreggiamento’ in questi crimini: se non ci fossero i Lomuzio, non ci sarebbero nemmeno i Kabobo. E nemmeno i Donald.

E chiudiamo con una domanda provocatoria, ma non troppo: quanti morti faranno, quelli che oggi i marinaretti accolgono sulle loro navi, un giorno? E quanti morti ci siamo risparmiati, per quelli che a sbarcare non sono riusciti?

Perché per il principio transitivo, se c’è una relazione direttamente proporzionale tra morti ammazzati e immigrati sbarcati, ce n’è anche una tra inversa tra chi non sbarca e chi, inconsapevole, è stato graziato. Dal mare e dal destino.

Noi siamo in lutto oggi, per questa donna.

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Fonte: Identità.com