Giugliano, dove morire di tumore è ‘normale’

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“Ogni giorno per noi è il giorno dei morti, per questo siamo venuti a manifestare qui”. Lo dice Mary Pianese, cittadina di Giugliano. Con lei, riuniti in sit in davanti all’ingresso del cimitero, dove sono stati appesi cartelli con la scritta “Giugliano non deve morire”, altri cittadini, molti dei quali malati di tumore con i referti medici tra le mani. In lontananza i fumi neri e densi dell’ennesimo rogo dal campo nomadi.

Altri sono genitori di bimbi uccisi dal tumore, ai quali i medici hanno detto: “Il problema di vostra figlia è che voi venite dal triangolo della morte: è un ambiente inquinato che mangiamo, beviamo e respiriamo. Specialmente i bambini, che hanno meno anticorpi, sono a rischio”, come racconta Pina Palma, mamma di Francesca, che aveva solo 9 anni quando la leucemia se l’è portata via.

Poi c’è Maria, 50 anni, malata alla tiroide, gravemente malata. Il marito: “il medico ci ha detto che siamo tutti a rischio in questa zona. Non passerà molto tempo e ci ammaleremo tutti”.

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“Il dottore che operò mia madre – racconta Luisa, mostrando l’ennesimo referto medico da cancro – disse proprio così: ‘In questo posto moriremo tutti di tumore, me compreso'”.

Anche Michelina Pirozzi, anche lei di 50 anni, è malata alla tiroide, ma ha trovato la forza di venire al sit in. Mostra il suo referto e racconta che “deve trovare ogni giorno altra forza per addormentare il mostro che ho dentro”. Parla anche Rosaria Tutino, di ‘Donne e non solo”: “Qui tutte le famiglie hanno un problema di cancro, tutte. Ma regna ancora molta omertà su questo. Vorremmo finalmente il registro tumori: la gente comune ora deve sapere”.

Parla il custode del cimitero, Emanuele Palumbo: “Qui arriva sempre più gente morta di tumore. I parenti ormai non lo nominano nemmeno più il tumore. Dicono che è morto ‘per la malattia’”. E’ così che ormai, a Giugliano, chiamano il cancro.

Giulia Angelini ha perso Alessia nel 2012, di appena 9 anni. “Seppellire i propri figli non è normale. Penso che non sia impossibile ottenere il registro tumori dalle autorità”. Giulia non si stacca dalla lapide della sua bambina.

Intanto a Giugliano i roghi tossici nei campi nomadi si moltiplicano. La saldatura tra camorra, zingari e smaltimento rifiuti tossici deve essere indagata.
Di pochi giorni fa, la notizia che la camorra utilizza gli immigrati per ‘smaltire’ rifiuti nella disastrata Terra dei Fuochi: manodopera low-cost gentilmente offerta dalla Marina Militare.