Regione Abruzzo vuole sopprimere cani ‘inutili’ per motivi ‘sociali’

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E’ quando prevede una legge regionale firmata dai consiglieri Verì (ex coordinatrice della Caritas, e tutto torna), Chiavaroli e Caporale dell’Abruzzo e già approvata in Commissione.

Legge che vorrebbe introdurre la possibilità di effettuare la soppressione eutanasica degli animali su richiesta del proprietario, e «per fondati motivi di ordine sanitario e/o sociale». Prevedendo la possibilità di abbattere i cani «inselvatichiti»: caccia ai randagi e via libera alla soppressione di massa insomma. Inclusi i casi in cui il ‘proprietario’, non potendo più mantenere il cane, ne decide la morte. Un abominio.

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Oggi, la soppressione è prevista su richiesta del ‘proprietario’, per il cane che soffre di gravissime malattie incurabili con elevata sofferenza.
E attualmente l’Italia è uno dei pochi, se non l’unico paese al mondo, che tutela la vita del cane in modo completo: in quasi tutti i paesi europei e del mondo, il cane randagio rimane in canile per pochi giorni, poi viene soppresso.

Utilizziamo il termine ‘proprietario’, ma un animale non è un oggetto. L’idea di eliminare degli esseri indifesi per il solo fatto che non sono ‘utili’, si pone nel contesto morale moderno dell’utilitarismo: la nascita del bambino mi cambierebbe la vita? E io lo sopprimo. Il cane preso cucciolo non posso più mantenerlo? E io lo sopprimo. Presto ci scanneremo per le strade a caccia di organi.

Forse è tempo di sopprimere i politici. Che sono inutili, e non scodinzolano nemmeno.




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