Aggressione gay: convegno pro-famiglia interrotto con la forza

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Milano. Convegno gender e famigliaEcco un’altra dimostrazione dell’intolleranza dei tolleranti. Il Convegno “Ideologie del Gender quali ricadute sulla famiglia?”, in programma giovedì 24 ottobre alle 20.30, presso la Sala degli Affreschi della Provincia di Milano, è stato bruscamente interrotto con la forza da diversi contestatori organizzati nascosti nel pubblico. Al grido di “Vergogna! Fascisti! Omofobi!”, hanno lanciato volantini ovunque, costringendo l’organizzazione a bloccare il convegno. E questo nonostante all’esterno fosse previsto “un servizio di sicurezza fatto di camionette della polizia e Carabinieri”.

La serata, ricordiamo, era sta patrocinato dalla Provincia e aveva tutti i requisiti dell’ufficialità. Purtroppo era stata organizzata da Famiglia domani, in collaborazione con altre “sigle vicine all’associazionismo cattolico e al mondo delle famiglie”, motivo per il quale molti si sono sentiti in dovere di intervenire. Non sia mai, infatti, che una parte della popolazione esprima pubblicamente le proprie preoccupazioni.

Nicolò Mardegan, consigliere provinciale, tra gli organizzatori dell’evento: “Loro vogliono imporre la loro idea anche con la violenza e con la forza. […] C’erano a difenderci la polizia di stato, i carabinieri e la DIGOS: robe che neanche negli anni 70 se si fossero radunati i neonazisti sarebbe successo questo. Adesso per difendere la famiglia si rischiano le botte, siamo veramente fuori da ogni logica”. E ha proseguito: “Nessuno vuole fare guerre sante, ma vogliamo avere almeno la possibilità di dire questo senza che vengano ad attaccarci e che ci debbano difendere le forze dell’ordine. In una città storicamente molto viva culturalmente e politicamente pretendo di fare un convegno senza guardarmi alle spalle”.

MILANO, DEMOCRAZIA ADDIO. Manifestazione pro famiglia interrotta con la forza, parla il consigliere Mardegan

A Milano oramai vige la regola che chi non si adegua al pensiero unico di sinistra pro-gay-rom-immigrati… è destinato ad essere tacciato delle accuse più infamanti e privato del diritto di esprimere la propria opinione.

E’ successo anche ieri sera quando il convegno “Ideologie del Gender quali ricadute sulla famiglia?”, che si stava tenendo a palazzo Isimbardi, è stato interrotto con la forza, nonostante fosse previsto un servizio di sicurezza fatto camionette della polizia e Carabinieri.

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I contestatori si erano però nascosti fra il pubblico fin dall’inizio dei lavori facendo la loro comparsa a metà serata, lanciando volantini e gridando slogan e insulti: “Vergogna! Fascisti! Omofobi!” verso i partecipanti.

Patrocinato dalla Provincia e organizzato da una serie di sigle vicine all’associazionismo cattolico e al mondo delle famiglie, l’evento aveva tutti i crismi dell’ufficialità oltre a rispettare a pieno i dettami della Costituzione, ma seguendo il solito copione trito e ritrito, i militanti delle associazioni arcobaleno fra cui il consigliere provinciale dell’Idv, Luca Gandolfi, hanno cercato di interromperla. Come sempre gli appartenenti a questi gruppi tengono conto solo delle parti della carta costituzionale che fanno loro comodo.

Dopo un breve attimo di smarrimento il resto della platea ha sarcasticamente applaudito i contestatori, che come meritavano sono stati immediatamente allontanati dalle forze dell’ordine.

Il nostro Gabriele Legramandi ne ha parlato con Nicolò Mardegan, consigliere provinciale tra gli organizzatori dell’evento: “Loro vogliono imporre la loro idea anche con la violenza e con la forza. Io ho teso la mano, ho chiesto ai rappresentanti di intervenire, ma non ne hanno voluto sapere: questa è la superbia culturale della sinistra”. L’episodio è sconcertante: “C’erano a difenderci la polizia di stato, i carabinieri e la DIGOS: robe che neanche negli anni 70 se si fossero radunati i neonazisti sarebbe successo questo. Adesso per difendere la famiglia si rischiano le botte, siamo veramente fuori da ogni logica”.

“In un periodo di mercificazione della famiglia – ci spiega Mardegan – la reazione arriva dal basso: un movimento spontaneo di associazioni cattoliche e laiche si è messo in rete per difendere la famiglia e chiedere politiche d’aiuto ad essa, slegate da qualsiasi interesse partitico o politico (come invece ha scritto il Corriere della Sera). Al convegno di ieri hanno partecipato 300 persone, la sala consiliare della Provincia di Milano era piena”. La sua rivendicazione però riguarda semplicemente la libertà di esprimere il proprio pensiero: “Nessuno vuole fare guerre sante, ma vogliamo avere almeno la possibilità di dire questo senza che vengano ad attaccarci e che ci debbano difendere le forze dell’ordine. In una città storicamente molto viva culturalmente e politicamente pretendo di fare un convegno senza guardarmi alle spalle”.

Succede questo e altro nella Milano di Pisapia, dove imporre le proprie idee con la forza è diventata un abitudine spesso assecondata dalle istituzioni cittadine.

In collaborazione con: nocristianofobia.org