Choc a Firenze: “Cambiamo sesso ai bambini”

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Bloccare la pubertà nei bambini che manifestano – presunti – sintomi di transessualità. Un’ipotesi terapeutica, quella che arriva dal Careggi di Firenze, destinata a sollevare polemiche. Anche alla luce della richiesta di diagnosi precoce, avanzata dall’ospedale alla Regione.

Disforia di genere. E’ questo il nome di un disturbo mentale che si presenta come un forte e persistente desiderio di identificarsi con il sesso opposto, piuttosto che il sesso biologico. Disturbo che andrebbe curato, non ‘incoraggiato’. E i cui segni di sofferenza si palesano fin dalla tenera età, quando un bambino mentalmente confuso vuole giocare e vestirsi da femmina (o viceversa), o si rifiuta, per esempio, di urinare secondo le norme sessuali. Ma la possibilità di diagnosi arriva solo con l’adolescenza, quando comincia un percorso lungo e difficile, che può concludersi con dolorosi interventi chirurgici. In questo contesto – riporta oggi il Corriere Fiorentino – si inserisce la richiesta folle di diagnosi precoce, avanzata dal reparto di Medicina della Sessualità e Andrologia del Careggi, diretto da tal Mario Maggi.

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“Ci sono farmaci – sostiene il dottor stranamore – che bloccano la pubertà precoce, noi abbiamo chiesto l’autorizzazione ad estenderli sulla pubertà ‘inadeguata’. In questo modo – dice – possiamo indirizzare la pubertà verso il sesso a cui il paziente si sente davvero di appartenere”. E’ un modo, continua il professore, per risparmiare al paziente molte sofferenze. La terapia ormonale è infatti “reversibile, rispetto all’irreversibilità di un intervento chirurgico”.

Con la scusa del combattere le sofferenze stanno distruggendo la società. Giù le mani dai bambini.
L’idea di ‘indirizzare’ un bambino verso il cambiamento di sesso attraverso una cura ormonale è barbaro. Le malattie psichiatriche si curano, non si assecondano. E certamente, la presenza in tv di transessuali come fosse una cosa normale, non aiuta.




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