Pizzarotti, dopo il regalo ai Rom, tocca agli islamici: “Terreni del Comune per la moschea”

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PARMA – «Ci sono dei terreni a disposizione delle partecipate del Comune che, se si dovessero concretizzare alcune operazioni che abbiamo in mente, potrebbero ospitare la nuova moschea».

Lo ha affermato l’ineffabile Sindaco Federico Pizzarotti durante una visita, ieri pomeriggio, alla cosiddetta ‘Comunità Islamica di Parma’. Un’associazione frequentata da circa 500 fanatici di fede musulmana che pretende una nuova sistemazione, come del resto promesso da Pizzarotti, nella zona di via Reggio dall’amministrazione comunale.

Sindaco che non ama molto chi non la pensa come lui, e infatti: «Chi si oppone – dice Pizzarotti – fa parte di una minoranza che non ha voglia di lavorare insieme». Sarebbe semplice: fai un referendum in città, e vediamo chi è minoranza. Si chiama ‘democrazia diretta’, quella che i grillini dovrebbero conoscere e applicare.

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La cosiddetta comunità islamica di Parma, proprietaria della moschea di Viale Campanini ad oggi ancora indebitamente adibita a tale scopo senza averne i requisiti, è associata all’U.c.o.i.i.. Questa organizzazione islamica che si è rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Valori della cittadinanza e dell’integrazione, è il braccio operativo dell’ala integralista dei Fratelli Musulmani. Qualcuno ritiene poi i finanziamenti di tale associazione di dubbia provenienza o illegali (a partire dalla cifra investita nel capannone di Viale Campanini). A Bologna, l’allora sindaco Cofferati bloccò per questi motivi l’ipotesi di una moschea finanziata e richiesta da tale associazione.

A Parma si continua a non fare rispettare le leggi, anzi, si prometto terreni comunali, e si ignorano i potenziali rischi e pericoli evidenziati, fra gli altri, da Magdi Allam e dal saggista francese Alexandre Del Valle che sostiene che 6 moschee su 10 in Italia siano controllate dal fondamentalismo islamico. Alla luce del recente arresto del giovane marocchino a Brescia che stava progettando attentato contro la scuola ebraica di Milano, occorrerebbe che gli amministratori locali adottassero un atteggiamento più prudente e responsabile al riguardo.

Ripetiamo l’appello a Grillo: a Parma, abbiamo un problema. Si chiama Pizzarotti.