Kenya: Westgate, il saccheggio dei soldati keniani

Vox
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NAIROBI – Questa è Africa. Tutti media del mondo credevano si stesse svolgendo un blitz contro i terroristi islamici, in realtà, stava andando in scena un saccheggio. Manichini sono stati spogliati e ripuliti, portagioie fracassati, rastrelliere di abiti costosi portati via, decine di registratori di cassa aperti e almeno un membro dei servizi di sicurezza del Kenya arrestati, catturati con un portafoglio sanguinoso in mano.

E’ il saccheggio del centro commerciale Westgate, la scena di un assedio in cui decine di persone sono state uccise il mese scorso.

Dalle prime ore dopo che i militanti islamici hanno fatto irruzione nel centro commerciale il 21 settembre con uomini, donne e bambini uccisi, fino a una settimana dopo, quando i negozianti sono stati finalmente lasciati entrare a spazzare i vetri rotti, pochissime persone erano ammesse all’interno del centro commerciale, tranne forze di sicurezza keniane, principalmente l’esercito.

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E a ripulire metodicamente il centro commerciale, sono stati proprio loro, le raffiche di mitra che si sentivano fuori per giorni non venivano indirizzati all’ultimo dei terroristi, ma a casseforti e lucchetti per farli saltare. Infatti sembra che l’esercito keniano abbia deliberatamente prolungato la crisi fingendo che alcuni tiratori fossero ancora dentro, quando in realtà erano morti, per avere più tempo per rubare.

Il presidente Uhuru Kenyatta ha annunciato un’inchiesta ufficiale, ma questa è Africa, le inchieste ufficiali spesso non sono un gran che.

” Quattro giorni di assedio o quattro giorni di shopping?”, Si è chiesto un funzionario occidentale che lavora in Kenya.
Molte domande sono ancora senza risposte. Al-Shabab, un gruppo islamista somalo, ha rivendicato la responsabilità per l’uccisione di più di 60 persone al centro commerciale, ma il numero di militanti che hanno preso d’assalto – e chi fossero – rimangono sconosciuti.

Chi invece ha saccheggiato è ormai risaputo.