Berlino: ondata di immigrati nel Parlamento tedesco

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BERLINO – Dai barconi alle stanze del potere. Dal ‘nazismo biondo’ al nuovo nazismo multietnico.

Con queste elezioni il duo CDU-SPD, che come PDL-PD in Italia, si appresta a governare la Germania, porta due senegalesi in Parlamento. Uno a testa.

E’ la prima volta che due neri entrano nel Bundestag, e del resto mica stiamo parlando di Africa, ma del cuore dell’Europa. Ma oggi è obbligatorio, in piena dittatura multietnica. E se protesti, sei ‘rassista’. E la tecnica con la quale il Sistema impone la loro presenza è semplice: li ‘seminano’ in tutti i partiti, in modo da non lasciare scelta agli elettori.

Sono in tutto 34 gli eletti con genitori immigrati contro 21 nella precedente legislatura. L’invasione dell’Europa prosegue a ritmo spedito.

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Karamba Diaby
Karamba Diaby
Un po’ come la Kyenge, anche gli eletti neri in Germania sono piuttosto megalomani: “La mia elezione nel Parlamento tedesco è di importanza storica”, ha detto Karamba Diaby, un senegalese che si è trasferito alla città di Halle nel 1986, dopo aver ricevuto una borsa di studio per studiare nella Germania Est. E come la Kyenge, la sua priorità sono quelli come lui: “Ognuno nato in Germania, dovrebbe avere la possibilità di avere successo, indipendentemente dalla provenienza”, ha detto.

L’altro deputato nero eletto è stato Charles M. Huber, un 56enne vecchio attore nato a Monaco di Baviera da padre senegalese e madre tedesca. Huber è membro della Unione Cristiano Democratica del Cancelliere senza maggioranza Angela Merkel, che non ostante il suo nome, ha visto anche l’elezione del suo primo deputato musulmano nel Bundestag. Cemile Giousouf, nata in Germania da genitori turchi.

Il suicidio etnico dell’Europa continua.

Queste cose piacciono ai cerebrolesi da programmi Mtv, non ne comprendono la gravità. Le nazioni europee si stanno autodistruggendo. Quelli che oggi gioiscono per la ‘diversificazione’ delle nostre società, presto capiranno che questo significa perdere per sempre culture millenarie. Trasformandole in fogne multietniche a cielo aperto.