E’ interessante rileggere
PARIGI, 10 febbraio 2010 – In prima linea contro il razzismo, da sempre, Lilian Thuram ha preso in passato posizioni anche scomode, difese anche contro i politici del suo paese, il presidente Sarkozy in testa. Ora l’ex difensore di Parma e Juventus, campione del Mondo e d’Europa con la Francia, presenta il suo primo libro, “Le mie stelle nere” (una serie di ritratti di personaggi di colore che lo hanno ispirato) e torna sul caso Balotelli.
“ITALIA RAZZISTA” — “In Italia c’è razzismo, la società italiana è razzista” dice Thuram a proposito dei cori indirizzati all’interista Mario Balotelli, da parte dei tifosi di molti stadi italiani. “Va rilevato quello che hanno detto i tifosi della Juve – ha detto Thuram in conferenza stampa – cioè che ‘un nero non può essere italiano’: il razzismo che c’è nel calcio italiano è il razzismo che c’è nella società”.
In occasione dell’uscita del suo primo libro, “Le mie stelle nere”, pubblicato nel 2010, Lilian Thuram aveva colto l’occasione per parlare di uno degli argomenti che più da vicino toccano la sua sensibilità. “In Italia c’è razzismo, il razzismo che c’è nel calcio italiano è il razzismo che c’è nella società”, aveva detto prima di prendere le difese dell’allora 19enne Mario Balotelli: “Invece di comprendere la sofferenza enorme di questo giovane lo si obbliga a scusarsi per la sua reazione. Balotelli va difeso, ha bisogno d’aiuto, non è lui che ha un problema, semmai sono gli altri che ce l’hanno. Nel calcio c’è razzismo, eccome. Spero che Balotelli un giorno possa giocare per la nazionale italiana”. Il riferimento era a quanto accaduto qualche settimana prima durante Chievo-Inter: Balotelli, dopo i cori di cui era stato bersaglio, era uscito dal campo applaudendo ironicamente e poi aveva sbottato: “Il pubblico di Verona mi fa schifo”. Oggi qualcosa è cambiato (Balotelli la Nazionale azzurra l’ha conquistata, eccome), ma molto altro no.
“SCIMMIA” — E’ lo stesso Thuram, in un’intervista rilasciata a El Pais,a tornare sull’argomento, parlando ancora dell’Italia. Nella sua carriera ha giocato in Spagna e in Francia, ma nei passaggi sul razzismo si finisce sempre nel Belpaese: “In Italia quando un giocatore nero toccava la palla – spiega l’ex difensore di Parma e Juventus – il pubblico imitava il verso di una scimmia. Dicevano che i neri sono l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo. Ma questo non è il razzismo più pericoloso, perché è un razzismo che si può vedere. La cosa più pericolosa è quando la gente è razzista in modo inscosciente…”
CULTURA — E’ un’intervista a cuore aperto: “Sono nato a Guadalupe, dove tutti hanno il colore della mia pelle – prosegue Thuram – Sono arrivato in Francia, a Parigi, quando avevo 9 anni. Sempre dico che a quell’età mi sono trasformato in un nero: uno diventa nero a seconda dello sguardo degli altri. Sono nero perché l’altro mi vede così. Da piccolo guardavo un cartone animato dove c’erano due mucche: una bianca e molto intelligente, l’altra nera e molto stupida. A scuola mi chiamavano col nome della mucca nera. Non capivo, ed ero triste. Ho chiesto a mia mamma perché il colore della pelle nere rappresentasse un’immagine negativa. Mi ha detto che le cose erano così e la gente non sarebbe cambiata. Non è stata una buona risposta. Il razzismo è culturale, è una concezione politica ed economica. Ma le razze non esistono. C’è solo la razza umana. Nei secoli, anche a scuola, si è insegnato che la razza bianca è superiore, e non è passato molto tempo. Il razzismo ha una storia molto vicina al nostro tempo: anni ’60 in America, ’90 in Sudafrica. Razzismo e nazismo sono uniti: il bianco è superiore, il bianco è ariano”.BALOTELLI — E anche questa volta Thuram parla di Balotelli: “Il calcio aiuta molto. Dentro ogni squadra ci sono persone di diverse nazionalità. Se ti piace una squadra, questa cosa aiuta ad aprire la tua mente. Il colore non è una cultura. In Italia a Balotelli gridano che un nero non può essere italiano: è incredibile! Pensano che il colore della pelle possa marcare la tua cultura. Ma se sei nero non significa che hai una cultura speciale…”
A parte la confusione dei ragionamenti, da parte di chi in una frase sminuisce il tutto a mero ‘colore della pelle’, e in quella successiva esalta la cultura di chi ce l’ha nera, è sempre interessante rileggere le cavolate dei predicatori itineranti dell’antirazzismo, dopo che hanno mostrato la loro vera natura. Thuram, è vero, voi avete una cultura speciale, quella di sbattere la testa delle donne contro i frigoriferi. Tre volte.
L’articolo è tratto dalla Gazzetta dello Sport, organo delle banche, che i banchieri utilizzano per fare il lavaggio del cervello a chi legge solo sport. E si vede.
Hanno già pagato/minacciato la moglie perché ritrattasse tutto, in stile “testimoni del processo di Norimberga”.
Questi qua sono dei veri delinquenti, tra i peggiori criminali, oppressori della libertà di pensiero, mistificatori della verità che il mondo ricordi…