Non chiedete alla gente cosa pensa della società multietnica, generalmente, almeno che non siano individui fuori dal comune, non vi diranno cosa ‘loro pensano’, ma cosa il Sistema mediatico-politico-economico ha detto loro è lecito ‘ pensare’. Per scoprire cosa pensano realmente, osservate invece il loro comportamento.
E il migliore modo è vedere come si comportano quando sono in gioco i loro figli.
http://voxnews.info/2013/09/07/bergamo-scuola-senza-italiani-genitori-si-ribellano/
http://www.imolaoggi.it/2013/09/11/scuola-in-una-classe-due-studenti-italiani-e-venti-cinesi/
I genitori italiani non amano la società multietnica. Quando possono scegliere, preferiscono per i loro figli un ambiente ‘omogeneo’.
Quello che sta avvenendo in Italia in questi ultimi anni, è avvenuto per decenni negli Usa. Con implicazioni anche nel mercato immobiliare.
Chi ha i soldi necessari, invia i propri figli in scuole private; chi non può permetterselo, va alla ricerca di scuole pubbliche in quartieri a bassa densità di immigrati: questo ha comportato la crescita dei prezzi delle case in certi quartieri, finendo per tagliare fuori, non solo immigrati e minoranze razziali – come desiderato -, ma anche gli americani bianchi poveri o della classe media.
Questo avverrà anche in Italia, se non blocchiamo l’immigrazione. I figli dei ricchi andranno solo in scuole private, le famiglie benestanti si trasferiranno in quartieri con pochi immigrati e gli italiani poveri saranno lasciati indietro. Ostaggi dell’immigrazione. Figli dei lavoratori abbandonati dalla ex-sinistra ormai infatuatasi di immigrati e zingari.
E’ da questo punto di vista, disgustosa la manfrina dei politici – e dei presentatori televisivi a busta paga delle lobbies – che si fingono scioccati. I loro figli a scuola con zingari e africani non ce li mandano. Ma pretendono che ce li mandino i comuni cittadini: perché altrimenti è ‘razzismo’. In realtà è l’ordine naturale delle cose: potrete anche imporre alla gente cosa dire, non potrete imporre loro cosa pensare e cosa fare quando non sono sotto l’occhio del Grande Fratello mediatico.