Troppi zingari: fuga dalla scuola, ma Pd vuole obbligare bambini all’integrazione

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Iniziano le scuole e iniziano i problemi dell’integrazione forzata. Dopo Bergamo è la volta di Novara.

Le istituzioni vogliono i rom nelle scuole italiane, e in una classe in provincia di Novara “sono troppi” , così i genitori si sono visti costretti a ritirare i propri figli dalle elementari di Landiona, 600 abitanti.

Patetico il sindaco: “Abbiamo cercato di convincerli a lasciare i loro figli, ma hanno preferito portarli a Vicolungo, il Paese qui vicino”, dove non ci sono zingari.

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Leggiamo come si esprime il sindaco: “I rom iscritti sono 25 – spiega il primo cittadino – ma quelli che frequentano le lezioni sono molti di meno. Gli italiani, se vogliamo definirli così, sono una dozzina. Avevamo tentato di accorpare le classi con quelle di Sillavengo, altro paese della zona, per favorire una maggiore integrazione, ma non è stato possibile”. Integrazione forzata. Italiani, ‘se vogliamo definirli così’, dice il sindaco, se vogliamo definirlo così. Perché non si fa pagare il lauto stipendio dagli zingari?

Ovviamente non solo il sindaco, sono tutti i politici a non sopportare questa ‘fuga’ dall’integrazione. Così, la naturale decisione di ritirare i bambini diventa “un fatto di una gravità assoluta”, commenta Francesco Cavagnino, consigliere comune di minoranza a Landiona. “Questa storia – aggiunge – getta discredito su tutto il paese, ma noi non siamo razzisti”. Al contrario, questo fatto dimostra l’intelligenza e il fatto che, quando ci sono di mezzo i figli, il politicamente corretto, che è solo una finzione posticcia, non conta.

Ma attenzione, perché sulla vicenda interviene Franca Biondelli, deputata novarese del Pd, che ha annunciato una interrogazione parlamentare per costringere i bambini italiani a rimanere nella scuola. Per ‘integrarli’.

Ce li terrete in catene?




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