Maaloula: islamici invadono case cristiane, cadaveri per strada e croci distrutte

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Altre notizie dal villaggio cristiano occupato da fanatici islamici. In Siria la guerra inter-etnica continua e fa nuove vittime cristiane. Fonti di AsiaNews denunciano che il fronte Al Nosra, affiiliato ad Al Qaeda, ha ormai completato la conquista dell’antica cittadella cristiana di Maaloula nel nord-ovest della provincia di Damasco.  La cittadella, di circa 3.000 abitanti, è un sito Unesco ed è assieme a due villaggi vicini  uno dei tre luoghi al mondo in cui si parla ancora comunemente l’aramaico. Corpi di cristiani uccisi sono stati abbandonati in strada dai ribelli come monito per la popolazione.

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Maaloula (AsiaNews) –  Corpi di cristiani uccisi abbandonati sul ciglio delle strade, abitazioni e chiese distrutte e depredate. E’ lo scenario di Maaloula, villaggio a circa 60 chilometri a nord di Damasco invaso nei giorni scorsi dai ribelli islamisti. L’abitato, culla della tradizione cristiana siriana e unico luogo al mondo dove si parla ancora l’aramaico, è ormai una città fantasma. Fonti di AsiaNews (anonime per motivi di sicurezza), raccontano che “i ribelli islamisti stanno invadendo le abitazioni del villaggio. Ieri hanno ucciso tre persone e preso prigionieri sei giovani cristiani appartenenti alla Chiesa greco-cattolica. I cadaveri sono stati lasciati in strada come monito per la popolazione. Molte famiglie sono bloccate nelle loro case e non possono nemmeno fuggire. Nessuno conosce le loro condizioni”.

La situazione è critica anche per chi è riuscito ad abbandonare il villaggio. “Sono diverse centinaia di persone – spiegano le fonti – esse sono riuscite a salvarsi, ma hanno dovuto abbandonare tutti i loro averi. Per loro inizia un nuovo calvario”.

In questi giorni le parrocchie della capitale hanno offerto ospitalità alle famiglie, ma i viveri non basteranno a lungo. “Questa gente è traumatizzata – aggiungono  le fonti di AsiaNews – intere famiglie hanno lasciato tutta la loro vita a Maaloula. Non hanno bisogno solo di beni materiali come cibo, acqua, un letto in cui riposare ma anche di sostegno spirituale, soprattutto gli anziani, le donne e i bambini”.

I ribelli del Free Syrian Army (Fsa) hanno invaso il villaggio lo scorso 5 settembre, sconfiggendo le truppe del regime grazie all’appoggio delle brigate al-Nousra, legate ad al-Qaeda. Dopo aver preso il controllo sulla città, gli islamisti hanno iniziato a profanare gli edifici cristiani, distruggendo le croci della cupola del monastero greco-cattolico dei santi Sergio e Bacco. In una testimonianza raccolta da AsiaNews, un residente racconta che lo sheick del villaggio, leader della comunità musulmana locale, ha condannato gli attacchi affermando che quanto sta avvenendo è contro l’islam: “La violenza non si può attuare né in nome di Allah né di Maometto”. L’appello si è però rivelato inutile. Come sempre.

In collaborazione con: nocristianofobia.org