Ennesima vittima di Schengen e della libera circolazione

Vox
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L’immigrazione e la libera circolazione di persone, denaro e merci sono il mondo dei sogni di sfruttatori e individui senza scrupoli.

Il mega-ricco può produrre in Cina e vendere in Italia; il trafficante di droga, una volta passato un confine inesistente in Romania, può spostarla liberamente in tutta la Ue; il magnaccia albanese può importare ragazzine romene e portarle in Italia: dove il pervertito di turno le contatta sul web come fossero carne da macello:

Era cominciato come un gioco erotico. Poi quelle fascette di plastica strette attorno al collo, sempre di più, sempre più forte. E lo stupro, quando lei era già morta. Questa la fine atroce di Lavinia Simona Ailoaiei, romena, 18 anni compiuti a luglio e un nickname su un sito Internet: «Dora». E proprio tramite web l’aveva contattata appena tre giorni fa il suo assassino, Andrea Pizzocolo, ragioniere 41enne di Arese, con una convivente e una bambina di 5 anni.
NEL MOTEL – Durante il loro primo incontro, avvenuto mercoledì in un motel, non era accaduto niente di strano. E i due si sono dati un secondo appuntamento venerdì sera, approfittando probabilmente del fatto che la compagna dell’uomo era in vacanza con la bambina. Secondo la ricostruzione della squadra mobile di Lodi, che ha rintracciato l’autore dell’omicidio in meno di 12 ore, Pizzocolo e la sua vittima si sono incontrati al motel «Moon» di Busto Arsizio.

SOFFOCAMENTO – Una serata di sesso spinto, con lui che le lega due fascette da elettricista al collo, una dopo l’altra, e le stringe. Troppo. La ragazza comincia a dare segni di soffocamento, ma il suo partner non si ferma. Agli investigatori ha raccontato durante l’interrogatorio di non essersi reso conto che lei stava morendo, ma il procuratore di Lodi Vincenzo Russo è convinto che non sia così e che l’uomo non abbia fatto nulla per cercare di salvare la giovane. Per questo sul 41enne, incensurato se si escludono piccoli precedenti per detenzione di marijuana, adesso pesa l’accusa di omicidio volontario.

STUPRO SUL CADAVERE – E non solo. Perché dal motel di Busto Arsizio la coppia si è spostata in un altro albergo, nel Lodigiano, il Motel «Silk» di San Martino in Strada. Sono arrivati qui intorno alle cinque di sabato, ma non è chiaro se la ragazza fosse viva oppure già morta. Di certo nella stanza dell’albergo che sorge in mezzo alla campagna Lavinia Simona Ailoaiei è deceduta, con Pizzocolo che, a quel che dice lui, aveva «perso la testa». Alla polizia ha confessato di avere avuto un nuovo rapporto sessuale quando lei era già morta, gesto che gli costa anche la contestazione di atti osceni su cadavere.

LASCIATA IN UN CAMPO – Alla fine l’uomo ha caricato la ragazza sulla sua auto, si è avventurato in mezzo alla campagna e l’ha abbandonata vicino a un campo di mais, dove qualche ora dopo è stata trovata da un agricoltore. Era nuda e sul volto aveva una salvietta bianca. È bastata quella piccola traccia, alla polizia di Lodi, per incastrare l’assassino. Grazie a una minuscola sigla i poliziotti hanno capito che l’asciugmano era di quelli usati nei motel, verificato in quali alberghi della zona venisse usata biancheria di quella ditta, fino ad approdare al motel «Silk». Alla reception hanno chiesto informazioni sui clienti degli ultimi giorni, in cerca di eventuali stranezze. E la testimonianza su un uomo che era andato da solo al desk, dicendo di aspettare una persona, e poi si era allontanato di nuovo da solo, spiegando che la persona non era arrivata, ha destato i sospetti degli investigatori.

LE TRACCE – Nella sua stanza, ancora non ripulita, sono state trovate piccole macchie di sangue e capelli lunghi chiari nella vasca da bagno. Di qui la decisione anche un po’ azzardata di perquisire, in piena notte, la casa dell’uomo che aveva affittato la stanza. Nell’abitazione di Arese a Pizzocolo i poliziotti sono arrivati poco dopo la mezzanotte di sabato. E hanno scoperto una busta di fascette da elettricista identica a quelle trovate sul cadavere. Il sospettato è stato portato in questura e dopo quattro ore di interrogatorio ha confessato. Ora l’autopsia servirà a dare ragguagli ulteriori, mentre la polizia non smette di indagare e cerca nuovi riscontri. Intanto questura e procura vorrebbero anche scoprire qualcosa di più della ragazza uccisa. Di lei restano solo un tesserino di identità della Repubblica Romena, una pochette e tre telefoni cellulari. Sono stati ritrovati dagli agenti in un sacco di plastica, dentro un cassonetto dell’autogrill di Muggiano Est sulla tangenziale ovest, dove Pizzocolo li aveva gettati mentre tornava a casa, una volta abbandonata nei campi la sua giovanissima vittima, di cui non conosceva neppure il nome.Era cominciato come un gioco erotico. Poi quelle fascette di plastica strette attorno al collo, sempre di più, sempre più forte. E lo stupro, quando lei era già morta. Questa la fine atroce di Lavinia Simona Ailoaiei, romena, 18 anni compiuti a luglio e un nickname su un sito Internet: «Dora». E proprio tramite web l’aveva contattata appena tre giorni fa il suo assassino, Andrea Pizzocolo, ragioniere 41enne di Arese, con una convivente e una bambina di 5 anni.
NEL MOTEL – Durante il loro primo incontro, avvenuto mercoledì in un motel, non era accaduto niente di strano. E i due si sono dati un secondo appuntamento venerdì sera, approfittando probabilmente del fatto che la compagna dell’uomo era in vacanza con la bambina. Secondo la ricostruzione della squadra mobile di Lodi, che ha rintracciato l’autore dell’omicidio in meno di 12 ore, Pizzocolo e la sua vittima si sono incontrati al motel «Moon» di Busto Arsizio.

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SOFFOCAMENTO – Una serata di sesso spinto, con lui che le lega due fascette da elettricista al collo, una dopo l’altra, e le stringe. Troppo. La ragazza comincia a dare segni di soffocamento, ma il suo partner non si ferma. Agli investigatori ha raccontato durante l’interrogatorio di non essersi reso conto che lei stava morendo, ma il procuratore di Lodi Vincenzo Russo è convinto che non sia così e che l’uomo non abbia fatto nulla per cercare di salvare la giovane. Per questo sul 41enne, incensurato se si escludono piccoli precedenti per detenzione di marijuana, adesso pesa l’accusa di omicidio volontario.

STUPRO SUL CADAVERE – E non solo. Perché dal motel di Busto Arsizio la coppia si è spostata in un altro albergo, nel Lodigiano, il Motel «Silk» di San Martino in Strada. Sono arrivati qui intorno alle cinque di sabato, ma non è chiaro se la ragazza fosse viva oppure già morta. Di certo nella stanza dell’albergo che sorge in mezzo alla campagna Lavinia Simona Ailoaiei è deceduta, con Pizzocolo che, a quel che dice lui, aveva «perso la testa». Alla polizia ha confessato di avere avuto un nuovo rapporto sessuale quando lei era già morta, gesto che gli costa anche la contestazione di atti osceni su cadavere.

LASCIATA IN UN CAMPO – Alla fine l’uomo ha caricato la ragazza sulla sua auto, si è avventurato in mezzo alla campagna e l’ha abbandonata vicino a un campo di mais, dove qualche ora dopo è stata trovata da un agricoltore. Era nuda e sul volto aveva una salvietta bianca. È bastata quella piccola traccia, alla polizia di Lodi, per incastrare l’assassino. Grazie a una minuscola sigla i poliziotti hanno capito che l’asciugmano era di quelli usati nei motel, verificato in quali alberghi della zona venisse usata biancheria di quella ditta, fino ad approdare al motel «Silk». Alla reception hanno chiesto informazioni sui clienti degli ultimi giorni, in cerca di eventuali stranezze. E la testimonianza su un uomo che era andato da solo al desk, dicendo di aspettare una persona, e poi si era allontanato di nuovo da solo, spiegando che la persona non era arrivata, ha destato i sospetti degli investigatori.

LE TRACCE – Nella sua stanza, ancora non ripulita, sono state trovate piccole macchie di sangue e capelli lunghi chiari nella vasca da bagno. Di qui la decisione anche un po’ azzardata di perquisire, in piena notte, la casa dell’uomo che aveva affittato la stanza. Nell’abitazione di Arese a Pizzocolo i poliziotti sono arrivati poco dopo la mezzanotte di sabato. E hanno scoperto una busta di fascette da elettricista identica a quelle trovate sul cadavere. Il sospettato è stato portato in questura e dopo quattro ore di interrogatorio ha confessato. Ora l’autopsia servirà a dare ragguagli ulteriori, mentre la polizia non smette di indagare e cerca nuovi riscontri. Intanto questura e procura vorrebbero anche scoprire qualcosa di più della ragazza uccisa. Di lei restano solo un tesserino di identità della Repubblica Romena, una pochette e tre telefoni cellulari. Sono stati ritrovati dagli agenti in un sacco di plastica, dentro un cassonetto dell’autogrill di Muggiano Est sulla tangenziale ovest, dove Pizzocolo li aveva gettati mentre tornava a casa, una volta abbandonata nei campi la sua giovanissima vittima, di cui non conosceva neppure il nome.

Questa è l’immigrazione. Questo è Schengen. Il luna park di sfruttatori, pervertiti e individui senza scrupoli.

E siccome vi è una comunanza di interessi tra chi finanzia i politici – multinazionali – sfruttatori e puttanieri, allora siamo tutti vittime della libera circolazione.
Capita così che quasi minorenni romene – provenienti da un paese dove decenni di regime hanno distrutto il tessuto sociale e familiare – si vendano sul web. Una manna per i pervertiti. Una manna che viene loro gentilmente offerta da tutti quei politici che idolatrano la Ue e Schengen. Senza i quali, non ci sarebbero ragazzine romene in vendita.

Non c’è differenza tra questo assassino, e chi gli ha servito migliaia di vittime disponibili sull’altare di Schengen.