Usa: disoccupati in aumento per eccessiva ‘crescita demografica’

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Partecipazione alla forza lavoro, in percentuale della popolazione adulta.
Fonte: Bureau of Labor Statistic – Percentuale Occupati rispetto Popolazione

Dati pessimi per l’economia americana.

La percentuale di americani adulti con un posto di lavoro è scesa al 58,6 per cento nel mese di agosto. L’Impero non riesce a creare i posti necessari alla sua crescita demografica. La crescita della popolazione ha superato la crescita di posti di lavoro.

E l’idea di Obama è la sanatoria dei clandestini. Un genio.

Gli Stati Uniti sono di più di quattro anni in una cosiddetta ripresa, così debole che questo “tasso di occupazione” – come si vede dal grafico – non si è mai ripreso. In sostanza: dalla fine della Grande Recessione, hanno avuto una crescita economica che non genera lavoro: 63 americani adulti su 100 avevano un lavoro prima della recessione,  ora solo il 59%. Esattamente come durante la GR.

Il tasso di disoccupazione infatti, continua a diminuire solo  a causa di una quota crescente della popolazione che non lavora e che  non sta più neanche cercando di trovare un posto di lavoro.

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Vengono quindi tolti dalle statistiche e la disoccupazione ufficiale scende. Ma questo è un sintomo di una economia peggiore, non migliore. Sono disoccupati cronici che accrescono le fila di una nuova ‘sottoclasse’.

E allora: guerra!

Questi numeri mettono in dubbio il modello di crescita demografica – soprattutto da immigrazione – come motore dell’economia. L’aumento della popolazione aumenta il Pil, perché chiunque mangia e consuma, ma questo aumento è illusorio: l’apporto dei nuovi è qualitativamente basso. Il Pil cresce globalmente, ma scende quello PRO-CAPITE. L’aumento generato dalla crescita demografica è inferiore a quello necessario per dare lavoro ai ‘frutti’ della crescita demografica. Un modello perdente.

Non ascoltate chi dice che il ‘numero è postenza’: la qualità del numero è il segreto.