Kyenge, è rivolta anche nel Pd: “Non all’altezza di fare il ministro”

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Devono essere stati i viaggi a spese dei contribuenti in giro per l’Italia, le critiche pesanti che, lontani dalle telecamere, gli iscritti del partito hanno fatto alle feste estive. E forse, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo sbarco ‘hollywodiano’ a Venezia. Sta di fatto che anche nel Pd si sono rotti della Kyenge.

Infatti, stufa dell’ennesima esternazione della congolese, la senatrice Laura Cantini scrive su Fb: «Non mi sembra proprio all’altezza di fare il ministro». Giudizio condiviso – in silenzio – da molti nel Pd e già espresso dalle pagine del Corriere da Sartori. Apriti cielo, la senatrice è stata ‘accolta’ da una sventagliata di offese da parte dei pretoriani dell’integratrice.

Oggetto della critica, l’uscita del ministro della dis-integrazione sull’abolizione dei termini da lei definiti ‘obsoleti’ di “madre” e “padre” dalla legislazione italiana.

L’insofferenza della senatrice empolese verso il ministro più odiato d’Italia non sfugge però all’ufficio ‘censura e virtù’ del Pd. E così Cantini, dopo una giornata di attacchi da parte dei più scalmanati dei suoi, è costretta a una mezza marcia indietro: «Era un commento superficiale, non ho approfondito quel che ho scritto».

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Però, come scrive Repubblica “nessuna smentita nè scuse” – e di cosa si arebbe dovuta scusare, signori di Repubblica? Di lesa maestà?

«Non nego quel che ho scritto: credo che il ministro dovrebbe iniziare a fare cose concrete prima di parlare, anche sulle pari opportunità, i diritti civili, lo ius soli. Questo stillicidio di annunci teorici e questo approccio sbagliato rischiano di renderla antipatica anche a sinistra», sostiene Cantini. No, meglio non faccia cose concrete.

E nelle pagine facebook dei sostenitori democratici, è rivolta contro il ministro della dis-integrazione: molti possono finalmente esprimere liberamente quello che pensano. E ora è scontro con gli estremisti dell’accoglienza schierati dietro la congolese.

Il fatto è, cari amici del Pd che vi svegliate ora, che la signora Kyenge non sarebbe mai dovuta diventare ministro. Può, una clandestina regolarizzata per matrimonio, divenire ministro della Repubblica? Può, ma solo in una repubblica delle banane. E ogni riferimento è voluto.