Kyenge invita ad abbandonare i propri figli

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Il Messaggero ci informa che la signora Kyenge è una vera donna del Katanga. Al che, sarebbe opportuno signora e media si decidessero: perché anche nel fantastico mondo della Kyenge, non si può essere due cose allo stesso tempo, a meno di essere un fascio di luce, ma questa è un’altra storia. E’ simpatico, come i giornalisti non si rendano conto della loro idiozia e stupidità. Di come non colgano l’ossimoro tra il definire una persona ‘vera donna del Katanga’, e poi, qualche riga più in là, definire ‘razzista’ chi non la considera italiana. Sono affetti da schizofrenia.

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/kyenge_balotelli/notizie/312469.shtml

Non è affatto strano che il Messaggero, di proprietà di un noto palazzinaro romano, sia schierato per più immigrazione. Più immigrati, significa costruire casermoni pagati dai contribuenti italiani: un business per il suo padrone. E i giornalisti a cottimo servono ai ‘padroni’, proprio ad erigere una cornice culturale ed etica intorno ai loro interessi materiali. E’ sempre stato questo, il lavoro degli intellettuali al guinzaglio.

Ma tralasciando tutte le altre menate scritte nel solito articolo apologetico dei soliti media di distrazione di massa, concentriamoci sull’appello della donna del Katanga:

Prendete esempio da Balotelli.

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Il personaggio è un vero esempio. Tipico dell’area da cui il ministro proviene, dove i maschi erranti procreano a caso con più donne, seminando pargoli al loro passaggio. In Africa – e nella popolazione africana che vive negli Usa – sono le donne ad occuparsi dei figli, perché quasi tutti i bambini nascono ‘fuori dal matrimonio’, e no, non nel senso di ‘coppie di fatto’, ma proprio nel senso che il padre non esiste, non c’è, e quasi sempre è ‘ignoto’.

In Africa esiste, oltre la poligamia praticata dalla famiglia Kyenge, anche la ‘poliandria‘, dove una donna ha molteplici figli da più uomini. Anche se, in questi casi, sarebbe più corretto parlare di una ‘sessualità promiscua dove ‘tutti vanno con tutti’.

Al di là di questa divagazione antropologica, la Kyenge invita gli italiani a comportarsi come la mascotte del suo ministero – Balotelli -, quindi a mettere incinte le donne e poi lavarsene le mani. Non riconoscere i propri figli, non prendersi cura di loro e abbandonarli in fasce: ma questa, signora Kyenge, non è Africa. Qui la famiglia conta.

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Fonte: Identità.com