L’Italia è pronta ad accogliere i 102 “migranti” della Salamis ( tra di loro, donne incinta)

Vox
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L’ennesimo scempio al nostro paese si sta compiendo. L'”Italia” ( cioè calabraghe Alfano and company) ha accettato di “accogliere” tutti i 102 “migranti” che Malta aveva respinto, nonostante le pressioni in salsa sovietica dell’Ue.

La nave cisterna Salamis è così salpata alle 6 di mattina, facendo rotta verso Siracusa; a bordo da segnalare almeno 4 donne incinta, e la solita maggioranza di giovani maschi.
Tripudio di gioa espresso attraverso il social network twitter, del fanatico commissario degli affari interni Ue, Cecilia Malmstrom, che ieri aveva così stigmatizzato la vicenda:” La priorità è salvare le loro vite, e il dovere umanitario è non respingerli”. E fa nulla che i medici maltesi avevano visitato i clandestini, e  appurato come non fossero per nulla a rischio di salute, e come potessero tranquillamente tornare nel porto libico, peraltro più vicino ( del resto, c’è davvero chi crede che gruppi formati da giovani maschi e una minoranza di donne ( sempre incinta),  che pagano migliaia di euro per viaggio, partano per la necessità di scappare da fame e bisogni primari, e non per il capriccio di arrivare in una terra migliore)

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Ma al peggio non c’è fine. Da segnalare difatti, che ancor prima dell’arrivo della petroliera Salamis, un barcone con 64 clandestini è stato abbordato dalle motovedette della Guardia Costiera, sempre a largo delle coste Aretusee, e diretto verso Siracusa ( dove ricordiamo, c’è un’emergenza di positività alla tbc). Questo nuovo sbarco è stato tanto contemporaneo all’altro, che in alcuni giornali le due notizie si sono confuse.

Meritano menzione anche altri ulteriori 86 immigrati soccorsi dalla Marina maltese, a 26 miglia dall’isola; arriveranno anche questi nel paese della cuccagna?

E’ evidente che è il paese è stretto in una morsa: un’invasione dall’Africa ( intensificata da quando una clandestina è stata fatta ministro),  e continue pressioni sovranazionali.  E non può  affrontare un momento tanto critico, con un lacché al Viminale.