La notte tra martedì e mercoledì scorsi, un diciottenne olandese incontra una connazionale in un locale vicino a Lazise in occasione di una festa di olandesi. Tra i due, c´è un primo approccio tra una birra e l´altra fino a quando il giovane invita la sua nuova amica a recarsi fuori dal locale per fumare una sigaretta. Lì, la violenta.

Una volta terminata l´aggressione, la vittima torna nel camping e racconta alla madre la terribile esperienza appena vissuta. I genitori decidono di portare subito la figlia alla clinica Pederzoli per far svolgere gli esami nelle parti intime. Subito dopo, si recano dai carabinieri. I militari invitano la vittima a tornare in quello stesso locale la sera dopo per ritrovare chi l´ha violentata. La giovanissima si rifiuta. Ha paura, è terrorizzata. Non vuol più rivedere chi l´ha aggredita. I militari, però, la convincono, assicurandole protezione per tutto il tempo necessario a ritrovare il connazionale. Una volta arrivati nel locale, sono sufficienti pochi minuti e il giovane viene indicato dalla ragazzina subito dopo essere stata ricontattata dallo stesso aggressore. I carabinieri così lo portano in caserma. Nega qualsiasi accusa e si difende affermando che la sua amica era consenziente. Le indagini proseguono.

Intanto, grazie alle sentenze spazzatura della Consulta che proibiscono la detenzione cautelare in caso di stupro anche per gravi indizi, non è stato possibile trattenere il turista olandese, che è stato denunciato a piede libero e due giorni fa, ha fatto ritorno nei Paesi Bassi.

La magistratura italiana è marcia. Dall’ultimo degli uscieri fino al presidente della ‘esimia’ Corte.