I parrucconi mantenuti della Corte Costituzionale hanno conficcato un altro chiodo nella carne della giustizia italiana.
La Consulta infatti ha bocciato la custodia cautelare in carcere per il reato di stupro di gruppo, se si possono applicare misure alternative. Dichiarando l’illegittimità costituzionale della norma relativa del codice di procedura penale. Il passaggio in questione stabilisce infatti che, in presenza di gravi indizi di colpevolezza per la violenza sessuale del branco, si applica unicamente la custodia cautelare in carcere.

Quindici salme che decidono sul destino di un intero popolo e smontano ogni volta quello che gli elettori hanno chiesto ai loro rappresentanti. Non resta che la rivolta.

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