La Tav in Val di Susa e l’idolatria dello Stato

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La rivolta dei ‘montanari’ in Val di Susa – depurata dai centri sociali – è una ribellione identitaria contro lo scempio ‘progressista’. Il fatto che i residenti della zona siano stati gettati tra le braccia di estremisti di sinistra è pura responsabilità di quei movimenti identitari che non capiscono. Non capiscono che il diritto naturale alla difesa del proprio territorio – ambiente o quartiere – è il non plus ultra dell’impostazione ideale di chi vuole difendere l’identità: non si può essere identitari e schierarsi dalla parte degli affaristi e sventratori della terra.

Perché la Lega non è al fianco dei cittadini della Val di Susa? Perché li si è abbandonati ai violenti dei centri sociali, quando vi è un legame profondo tra chi difende quella valle dal degrado ‘progressista’ dell’alta velocità e chi difende i propri quartieri dal degrado criminale e ambientale della ‘integrazione secondo la Kyenge’?

Cosa c’è di più identitario, comunitarista e romantico della lotta dei valsusini?
Invece la si è trasformata – come accade troppo spesso in Italia – in una partita di calcio: chi tifa la Tav, lo fa perché – insieme a tanti altri – a contrastarla ci sono gli estremisti di sinistra. Che lo fanno solo perché lì c’è da ‘fare casino’. E che non siano motivi ideali e democratici a spingerli, lo dimostra il fatto che non difendono mai – anzi – il diritto dei residenti dei quartieri che protestano contro l’imposizione dei campi nomadi.

Una delle scuse per la Tav in Val di Susa è che ‘crea lavoro’, ma anche i campi di sterminio creerebbero lavoro. Ci sono tante opere utili e tante zone da restituire alla ‘bellezza’ in Italia, da non esserci certo bisogno di inventarsi una falsa emergenza per ‘dare lavoro’.

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E non è strano che si scomodi l’idea astratta dello ‘Stato’ per imporre certe opere impopolari: lo vuole lo ‘Stato’. Chi e cosa è lo ‘Stato’? Un groviglio di interessi, di mafie e di clientele che soffoca l’Italia. Un apparato immorale di politici, magistrati, media e burocrati che deve essere abbattuto per restituire l’Italia al suo Popolo. Oggi la volontà popolare viene quotidianamente abusata da questo apparato che ha preso in ostaggio i cittadini per condurli al disastro.

Quest’idea di ‘Stato’ è né più né meno una ‘idolatria’. Come lo è quella dell’euro e della società multietnica: nuove religioni create dalla nuova ‘casta sacerdotale’ per asservire i cittadini e renderli sudditi inermi e obbedienti.

La nostra risposta alla idolatria dello ‘Stato’ è la Comunità di uomini liberi che condividono una realtà comune di storia, cultura, terra e sangue. E sono pronti a difenderla. Anche contro lo Stato, se necessario, ora che è nemico e ostaggio di un’oligarchia arrogante e demente.

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Fonte: Identità.com