L’orango è nudo: caduto un tabù

Vox
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Nella polemica tutta mediatica imbastita per l’innocente frase di Calderoli, nessuno ha posto questa pubblica domanda: ma la Kyenge, somiglia davvero ad un simpatico membro della specie orangutan, o Calderoli ha le travecole?

Sembra infatti che il problema non fosse nella descrizione della cosa, ma nel tabù di poterla dire. Non si sono chiesti – per ovvie ragioni – se la somiglianza è o meno reale, ma si sono imposti – e vorrebbero imporre anche agli altri – la proibizione del trasgredire il primo precetto ‘morale’ dell’antirazzismo: ‘siamo tutti uguali’.
Perché l’antirazzismo è una nuova religione.

Ma noi siamo degli eretici, e gli eretici si pongono domande – qualunque esse siano – e allora: quella di Calderoli è un’offesa gratuita o la semplice osservazione – caricaturale – della realtà?

Guardate la foto in alto. Ci sono due politiche e il mio orango, Pongo. A chi somiglia di più Pongo delle due?

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Ci pare che l’ossessione politicamente corretta renda ormai gli antirazzisti – che già dei geni non sono – ciechi. L’antirazzismo è ‘rifiuto della realtà’ e fuga in un mondo inesistente e onirico, nel quale Kyenge somiglia alla fata turchina.

In realtà Calderoli non ha fatto altro che una semplice associazione visiva. Associazione africano-scimmia che la scienza ha trovato ampiamente condivisa nelle popolazioni. Forse perché esteticamente reale.

Uno studio pubblicato dalla Stanford University suggerisce infatti che la categorizzazione degli africani come ‘scimmie’, è talmente radicata nella psiche occidentale, da essere totalmente inconscia e indipendente dal razzismo consapevole di un individuo. E’ come le persone vedono la realtà. Anche una persona intellettualmente castrata come il nipote di Letta, in un momento di vertiginosa libertà della propria psiche, farebbe la medesima associazione.

Il Re è nudo, e non potete dare la colpa di questo al bambino che lo grida. Calderoli ha un grande merito: il tabù è caduto. La canea non ha sbranato il bambino.

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Fonte: Identità.com