Chi vuole l’immigrazione: irregolare muore sul lavoro, gettato in discarica

Vox
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ROMA – “Sono disgustato dal comportamento di questa gente, che ha pure il coraggio di  definirsi “datore di lavoro. Altro che semplificare la sicurezza sul lavoro, bisognerebbe inasprire le pene per i responsabili delle morti sul lavoro”. Questo il commento a caldo di Marco Bazzoni, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze, dopo aver appreso la notizia del ritrovamento del corpo di Mihai Istoc, l’operaio romeno morto in un cantiere  il cui cadavere fu nascosto in discarica per ben 4 anni.

Forse il sindacalista dovrebbe prendersela con chi, Cgil-Cisl-Uil, Caritas e varie associazioni che vivono sul business dell’immigrazione, vuole o permette l’arrivo di sempre più immigrati che, come avrebbe denunciato Marx, vanno ad infoltire l’esercito di riserva nel quale possono pescare a piene mani gli sfruttatori. Perché il capitalismo senza controlli e senza confini è sfruttamento. A godere i frutti della globalizzazione, di Schengen e della libera circolazione di uomini e merci sono le multinazionali e gli sfruttatori – spesso un sinonimo – e sono loro a sponsorizzare l’immigrazione di massa.

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Negli Usa è mr. Facebook tra gli sponsors più fanatici della sanatoria di Obama, non certo i lavoratori che ne verrebbero danneggiati.

Per i fanatici dell’immigrazione, che ci guadagnano, gli immigrati sono merce da sfruttare, così nel giugno del 2009, quando Mihai Istoc cadde da un ponteggio in un cantiere dalle parti di Venaria, nel Torinese, i suoi datori di lavoro, non trovarono nulla di strano nelfar sparire il lavoratore irregolare, gettandolo in una discarica, anche questa abusiva, tra i boschi dell’Astigiano dove 10 giorni dopo venne trovato da due cacciatori di cinghiali senza documenti.

E’ l’immigrazione, di cosa vi meravigliate? Un immigrato lavora a basso costo senza alcuna sicurezza rubando il lavoro ad un muratore italiano, e degradando l’intero mercato del lavoro nell’edilizia. Chi lo ha assunto lo ritiene merce da sfruttare. Così come Caritas, sindacati, partiti politici che ne vogliono il voto e ministri della dis-integrazione.