LIVORNO: " LE MANI SULLA CITTA’… E SUL PORTO "

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L’ arrivo in pompa magna dei vertici del gruppo Indonesiano della Musim Mas a Livorno , salutato con tanto di conferenza da sindaco , presidente provincia e le altre cariche istituzionali, con tanto di interviste dell’ amministratore delegato della
societa’ indonesiana, e’ stato propagandato dalla maggioranza in consiglio comunale e dall’ Autorita’ Portuale di Livorno, come un fatto estremamente positivo, a loro dire, per la re-industralizzazioni di Livorno ed il rilancio del suo porto. Ma le cose non stanno affatto così: prima di tutto il gruppo indonesiano rileva la Novaol che in precedenza aveva tentato di investire nel settore dei biocarburanti, ma che era fallita a causa delle restrizioni a questo tipo di combustibili apposte dal nostro governo che pratica un’ elevata fiscalita’ a questo tipo di carburanti. E il progetto di realizzare un impianto di raffinazione dell’ olio di palma, per uso combustibile , si scontrera’ con tutta una serie di vincoli ambientali, che classificano Livorno gia’ ad elevato rischio, causa altri impianti industriali a rischio come la raffineria Eni, la centrale elettrica, il terminal Olt. Dubitiamo che il gruppo Indonesiano riesca ad ottenere tutte le certificazioni necessarie di sicurezza dai vari ministeri competenti a Roma, dove le pratiche si arenano per anni. Piu’ credibile e’ che la tesi che vede l’ interessamento di questo gruppo indonesiano alle aree dismesse dalla Spil, la societa’ partecipata dal comune di Livorno, in grave dissesto finanziario dovuto alla fallimentare operazione parcheggio all’ ex cinema Odeon costata oltre 20 milioni di euro, investimento rivelatosi un fallimento. Forse Musim piu’ che alla raffinazione dell’ olio di palma , ha anche interessi immobiliari , di compravendita’ di queste aree dismesse per la realizzazioni di outlet commerciali, sull’ esempio di Marina di Carrara, altro porto  in via di dismissione e lottizzazione edilizia. Un porto di Livorno in caduta libera, con il problema mai risolto dell’ insabbiamento dell’ alto fondale, della Darsena Toscana e riduzione del traffico internazionale delle grandi navi porta teu. Il canale dello Scolmatore continua ad essere insabbiato alla foce, e questo determina il progressivo alzarsi dei fondali nel porto livornese. Ma i dragaggi non si fanno, e certi dell’ imminente tracollo del porto, si cerca di fare lucrosi ricavi appunto con queste operazioni immobiliari speculative, sul modello dell’ altrettanto fallimentare operazione ” Porta  a Mare ” , che ha distrutto la cantieristica e le riparazioni navali , per favorire gli interessi immobiliari e speculativi di determinati interessi privati . A questa serie di multinanzionali e gruppi industriali che lucrano senza limiti a Livorno, deve essere aggiunta la questione della piattaforma Olt. La societa’ internazionale Olt, a Livorno ha realizzato un lucroso affare speculativo, che le fruttera’ centinaia di milioni di euro di utile all’ anno, in cambio ha ” dato ” come misura compensativa alla regione Toscana , solo ” due milioni e mezzo di euro ” ripetiamo solo due milioni e mezzo, dati per giunta a Firenze, alla Regione Toscana e nemmeno alla citta’ di Livorno ed al suo territorio, sconvolti nel suo equilibrio ambientale dal posizionamento della gigantesca gasiera Olt e dalla realizzazione del mega terminale di raccordo del gas tra il Calambrone e Stagno, con rischi ambientali e per la sicurezza inimmaginabili per i cittadini. A titolo compensativo Olt aveva anche promesso interventi di recupero ambientale a Stagno, ma sarebbe opportuno rivolgersi alla Sciarelli…per sapere ” chi li ha visti ?…”.
Ed infine ultimo attacco di queste lobby speculativo cementizie legate alle coop rosse ed al sistema di potere finanziario politico che vi sta dietro e che governa la Toscana, la volonta’ da parte dell’ amministrazione comunale di Livorno, del partitone, di realizzare il nuovo mega ospedale di Livorno, nonostante la cittadinanza sia estremamente contraria e si stiano raccogliendo nuovamente firme per impedirne la costruzione. Un ospedale dal costo di oltre 300 milioni di euro , cifra folle se rapportata al deficit certificato dal nuovo dirigente asl di Livorno, a 86 milioni di euro, e cifra folle se si considera il defit delle asl toscane che ammonta a oltre 800 milioni di euro per debiti con i fornitori. Nuovo ospedale di Livorno, che nascerebbe senza specializzazioni importanti, una vera e propria ” nuova cattedrale nel deserto “. Ma i motivi veri della costruzione del nuovo ospedale di Livorno, sono legati a varianti urbanistiche che consentirebbero di autorizzare un nuovo mega assalto cementizio e speculativo alle colline di Montenero e Monterotondo , quest’ ultima zona scelta come sede del nuovo ospedale. Un coacervo di interessi, finanziari , speculativi legati al sistema di potere che domina in regione, e che spaccia il ” cemento ” e la speculazione immobiliare, a  vantaggio di pochi, come il ” rilancio economico ed industriale di Livorno “. Ed a questa opera di falsificazione dei dati di fatto, partecipa ovviamente la stampa cittadina succube e strumento di questo sistema politico affaristico e speculativo che sta distruggendo l’ economia ed il porto di Livorno
OSSERVATORE LABRONICO

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In collaborazione con: Il Monitore Toscano