Cina: scontri etnici, governo usa l’immigrazione contro i non-cinesi

Vox
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Violenze inter-etniche hanno ucciso 27 persone nella regione più occidentale della Cina, lo Xinjiang.

La violenza è scoppiata nella prefettura di Turpan, ieri, mercoledì. La polizia ha aperto il fuoco dopo che una folla di Uiguri – gli autoctoni della regione – armata di coltelli ha attaccato stazioni di polizia e un edificio del governo locale.

Nello Xinjiang, come in Tibet,  ci sono violente tensioni etniche tra Uiguri e cinesi etnici, gli Han. Questi ultimi vengono inviati nella regione come immigrati, per sovvertire l’identità etnica della zona. Difficile ottenere notizie provenienti dalla regione, perché l’informazione è strettamente controllata.

Un portavoce del World Uighur Congress, un’organizzazione ombrello di gruppi di uiguri, ha detto all’Associated Press che la violenza era stata causata dalla “repressione” del governo cinese.

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Nel 2009 quasi 200 persone – per lo più cinesi Han – sono stati uccisi dopo scontri scoppiati a Urumqi, la capitale, tra i cinesi Han e le comunità Uiguri.

Nel mese di aprile un incidente nella città di Kashgar ha lasciato 21 morti.

Il governo ha detto che la violenza è iniziata quando “terroristi” – i patrioti sono sempre definiti così da chi comanda – sono stati scoperti in un edificio dai funzionari in cerca di armi. 

Uiguri costituiscono ora circa il 45% della popolazione dello Xinjiang, ma  una continua immigrazione spinta dal governo comunista di Han cinesi, ha emarginato la loro cultura tradizionale.