La Corte Suprema americana ha abrogato una disposizione di una legge federale – DOMA – che negava i benefici federali – sovvenzioni, pensioni e altri benefici fiscali – alle ‘coppie’ gay ‘sposate’ e, in secondo caso non esprimendosi, ha spianato la strada per la ripresa del matrimonio omosessuale in California che era stato abrogato dopo un referendum popolare.
I giudici hanno emesso due sentenze, entrabe con risultato di 5-4. Nella prima decisione – nella quale i giudici si sono divisi su linee ideologiche, i due giudici italo-americani – Scalia e Alito – hanno votato contro la maggioranza della Corte.
Con la prima decisione, hanno spazzato via il DOMA, una parte di una legge anti-matrimonio gay federale che ha considerava i benefici fiscali solo per le vere coppie escludendo le posticce ’coppie’ gay.
L’altra decisione è stata tecnico-giuridica. Non ha detto nulla riguardo il matrimonio omosessuale, ma non esprimendosi, ha lasciata in vigore una sentenza di un tribunale californiano che aveva abrogato il referendum ‘Proposition 8? che aveva spazzato via la legge sui matrimoni gay. Questo risultato probabilmente permetterà ai funzionari statali californiani di ordinare la ripresa dei matrimoni omosessuali nello stato più popoloso della nazione in circa un mese.
Già il fatto che una decisione che interviene così in profondità nella legislazione di un paese, possa essere presa non tanto su basi di costituzionalità o meno, ma in quello che è un mero voto ‘politico’ in cui 9 giudici – e non 300 milioni di americani – decidono se una legge è giusta o meno,ci dice molto su quanto falsa sia la nozione che negli Usa esiste la democrazia. No, negli Usa c’è un sistema profondamente elitario. Il cittadino è libero di consumare – meglio se viziosamente – ma non è libero di decidere. Decidono per lui gli ‘esperti’.
C’è poi da notare come in tutti i paesi si proceda con inusitato zelo sul tema dei matrimoni gay – e conseguenti adozioni – fino a calpestare i più basilari diritti democratici.
In Francia si arrestano i ‘dissidenti’ e si approva una legge contra popoulum , negli Usa, si usa una sentenza per calpestare il voto che, persino in California, – lo stato meno conservatore degli Usa – aveva bandito i matrimoni omosessuali. Perché quando votano, ovunque, i cittadini di qualunque stato votano no. Ma non vale. Come nel caso dei referendum europei, o si rivota ad oltranza finché sfiniti non votano si, oppure si impone l’omosessualismo per decreto o sentenza. Le élites – profondamente infiltrate e condizionate dalla lobby gay che, come ha detto il Papa, è arrivata persino in Vaticano – hanno dirottato le democrazie occidentali.Trasformandole in oligarchie corrotte e corrose.
Ora la pressione per imporre i matrimoni contronatura anche in Italia si alzerà. Gli stipendiati della lobby partiranno con l’isterismo del “lo fanno anche in America”. Ce ne fotte nulla, se lo fanno in quel postribolo chiamato America. Ma non è comunque corretto: la sentenza lascia agli Stati la decisione, e sono una minoranza quelli che contra populum hanno ceduto alla propaganda omosessualista. La vecchia confederazione, depredata da quel folle di Lincoln, resiste e resisterà. Così come gli Stati del mid-west. Non esiste l’America, esistono molte ‘america’.
La domanda è: dopo i matrimoni gay, la poligamia e l’incesto? Perché se la discriminante tra ciò che è giusto o sbagliato è la consensualità , allora le cataratte del cielo sono spalancate. E pioverà tanta merda.