Bruxelles – In Belgio è stata condotta negli ultimi anni – in nome dell’integrazione – una folle politica di arruolamento di immigrati nelle Forze dell’Ordine. Si inizia con corsi di ‘arabo’, e poi, per non ‘urtare’ gli immigrati islamici, si arruola direttamente i loro correligionari.

E così, dopo anni di questa politica aperturista e miope, gli islamisti si sono infiltrati nelle forze di polizia.

Ha fatto scalpore che quattro agenti, tra cui anche un ufficiale, in servizio a nella polizia di Brussels rifiutino ogni rapporto con le donne. Secondo i quotidiani fiamminghi questo l’atteggiamento misogino avrebbe natura religiosa e si sarebbe verificato sia sul posto di lavoro, che in servizio di istituto.

Ad esempio è di questi giorni la notizia di quattro agenti – islamici – che rifiutano di ricevere ordini da colleghe con grado superiore e, addirittura, di parlare con colleghi donne di pari grado o con le impiegate degli uffici. Immaginate le accuse di ‘sessismo’ se a farlo fossero dei Bianchi. O di ‘omofobia’, se dei poliziotti belgi – veri – si rifiutassero di prendere ordini da colleghi omosessuali. Ma lo fanno membri di una minoranza iper-protetta, quindi  solo dopo le critiche  della stampa di parte fiamminga, la Polizia si è decisa ad aprire un’indagine interna.

Accompagnata però dal seguente comunicato: “La cultura della polizia è sempre stata orientata a sviluppare una politica di convivialità e di neutralità. La diversità è sempre stata un fondamento della nostra organizzazione”. Non devono fermare i criminali, devono essere ‘conviviali e neutri’. Quindi inutili e dannosi.