Condannati a sei anni in Spagna due africani ‘integrati’ e residenti nel paese iberico da 20 anni, Binta Sankano e suo marito Sekou Tutay hanno preso sei anni ciascuno per avere mutilato le loro giovani figlie.
“La coppia ha deliberatamente mutilato le giovani figlie, direttamente o tramite una persona di identità sconosciuta”, ha spiegato il giudizio, che ha proseguito: “l’infibulazione non è cultura“.
Il caso è venuto alla luce quando i medici hanno esaminato le ragazze nel gennaio 2011, scoprendo che entrambe erano state sottoposte a una procedura di mutilazione genitale femminile molto in voga in Africa, e in diversi territori islamici.
Si tratta di uno dei primi casi di mutilazione genitale femminile scoperti, ad avere avuto luogo in Spagna. Olè. Matrimonio gay e mutilazione femminile, due entropie, due esempi di società ‘multiculturale’.
I servizi sociali avevano visitato i genitori nel 2008 e discusso la questione dell’infibulazione e delle mutilazioni femminili.
“In quella occasione la donna aveva promesso che, da madre, mai avrebbe effettuato tali pratiche sulle sue figlie,” è scritto nella sentenza di condanna del Tribunale.
Entrambi i genitori hanno negato di sapere che le loro figlie avessero subito tale pratica, e hanno anche insistito di non essere a conoscenza che l’infibulazione fosse illegale, in Spagna.
Le motivazioni della sentenza hanno osservato che “inevitabili scontri di culture” si verificano con l’immigrazione. Non ci sono, purtroppo, dati affidabili sul numero di mutilazioni femminili eseguite in Spagna, ogni anno.
Quando prenderemo coscienza che fra la nostra cultura e la loro c’è un abisso invalicabile? E pensare che la ministro congolese vorrebbe che noi inglobassimo la loro cultura nella nostra e forse dovremmo adottare anche noi la pratica orrenda dell’infibulazione, che ne dice signora ministro? e’ questo che ci propone insieme alla poligamia?