La grande sfida del Papa: «Sradicare l’omosessualità dai seminari»

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Don Dariusz Oko, teologo dell’Università Pontificia «Giovanni Paolo II» di Cracovia che aveva denunciato pubblicamente la presenza della lobby gay in Vaticano mesi fa, dopo le dichiarazioni del Papa ribadisce: «Il Santo Padre ha confermato quello che tutti sanno da molti anni. Penso che si sia finalmente rotto quel muro di omertà che esiste da tempo. Ma ora, come rompere quell’altro muro di omertà che c’è dentro i seminari? Chi si preoccupa della rivoluzione di Benedetto XVI che ha vietato di ordinare dei preti omosessuali?».

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Il sacerdote pensa che è l’omosessualismo la grande eresia che il Papa deve combattere: «Il problema della lobby gay in Vaticano è importante ma marginale. La vera sfida del Pontefice è l’eresia dell’omosessualità, io la chiamo “omoeresia” (ovvero il rifiuto del Magistero della Chiesa cattolica sull’omosessualità) i cui difensori sono a favore del sacerdozio per i gay. Il Santo Padre deve combattere questa eresia che si è diffusa per tutta la Chiesa».

E le radici del problema, conferma Padre Oko, vanno ricercate nei luoghi di formazione: «Chi, in Italia, s’interessa della situazione attuale dei seminari? È lì che si decide il futuro della Chiesa! L’unica via d’uscita è di continuare la rivoluzione di Ratzinger che ha voluto “liberare” i seminari da formatori gay e da seminaristi omosessuali».

Il prete di Cracovia, qualche giorno dopo la consegna della relazione sul Vatileaks a Papa Benedetto, aveva parlato di «metodi mafiosi» utilizzati da questa lobby omosessuale nella gestione di nomine e promozioni in Vaticano; oggi ribadisce il concetto e spiega perché l’omosessualità è inconciliabile con il sacerdozio. «È una questione che riguarda l’essenza del cattolicesimo», dice, «Sono importanti i problemi come gli abusi sui minori da parte di preti, oppure la lobby gay che condiziona la Chiesa. Ma la domanda cruciale riguarda la visione cattolica del sacerdozio e dei sacramenti. Se vogliamo salvare la teologia del sacerdozio fedele alla tradizione, allora i nostri preti devono essere maschi eterosessuali conformi a Cristo. In poche parole: ammettere o no agli ordini sacri dei candidati gay vuol dire porre la domanda se vogliamo salvare o meno la visione tradizionale cattolica del sacerdote che agisce in persona Christi».




Un pensiero su “La grande sfida del Papa: «Sradicare l’omosessualità dai seminari»”

  1. SANTIA’??? ma se ne è accorto solo adesso ? Io stesso sono stato una tentata vittima di un pedofilo insegnante religioso in Libia quando avevo UNDICI anni ( ho 68 anni) e ne soffro ancora ! Quanti bambini ha rovinato quell’essere nefando !La tonaca spesso è servita a questi delinquenti per proteggersi sotto il manto della ‘Santa Madre Chiesa’ che tradendo il monito del suo fondatore che diceva che sarebbe stato meglio che a chi avesse scandalizzato uno dei piccoli, gli fosse messa una macina da mulino al collo e gettato in mare. E le autorità religiose cattoliche per ‘non sporcare il ‘manto immacolato della chiesa’ l’hanno fatta diventare un ‘sepolcro imbiancato’ pieno di putredine. Santità possibile che in Argentina, non vi fossero dei casi analoghi? Ringraziamo chi ha avuto il coraggio di scoperchiare questa tomba millenaria! Inoltre non è che dando una moglie ai preti si risolve il problema della pedofilia come qualcuno propone per i Paesi di cultura diversa da quella europea! I pedofili mirano solo ai bambini ! In ogni caso, lei, Santità è la prima voce autorevole della Chiesa cattolica che rompe questo tabù! Grazie per quello che le permetteranno di fare i tremendi poteri occulti che hanno governato finora la Curia!

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