L’euro ha le settimane contate?

Vox
Condividi!

verfassungsgericht-540x304
Questa settimana, la Corte Costituzionale tedesca ascolterà alcuni ricorsi riguardanti i meccanismi di funzionamento dell’Eurozona. Le decisioni che prenderà l’Alta Corte tedesca  potrebbero mettere in moto una serie eventi, che costringeranno il ritiro della Germania dall’euro e la fine dell’Eurozona.

Udo di Fabio, esperto di euro della Corte costituzionale ( Verfassungsgericht) fino allo scorso anno, ha dichiarato che la questione della legittimità della macchina Unione monetaria europea potrebbe provocare uno scontro tra la Germania e la Banca centrale europea (BCE) e provocare il crollo dell’Unione monetaria.

«Nella misura in cui la BCE sta agendo ‘ultra vires’ – cioè oltre i suoi poteri – e queste violazioni sono ritenute gravi e prolungate, la Corte deve decidere se la Germania può restare membro dell’Unione monetaria senza violare la costituzione tedesca» ha sscritto risse in un rapporto.

“I suoi argomenti sono dinamite,” ha dichiarato Mats Persson di Open Europe.

Di Fabio infatti non è uno qualunque, conosce bene la Corte e i suoi meccanismi, è stato lui a scrivere, lo scorso anno, quando la Verfassungsgericht si occupò  del meccanismo europeo di stabilità (ESM) da 500 miliardi di euro, la sentenza con la quale questa diede un via libera provvisorio. I suoi commenti offrono un raro squarcio su quelli che sono i pensieri degli otto giudici di  Karlsruhe.  Solitamente divisi 4:4 sui temi dell’Unione europea.

La Corte terrà due giorni di audizioni, anche se può non emettere una sentenza per diverse settimane. Il pomo della discordia è, per i ricorrenti il piano di acquisti da parte della BCE dei titoli del debito spagnoli e italiani (OMT), il piano che lo scorso anno ha, di fatto, bloccato la corsa dello spread, impedendo così la fine dell’euro, e finendo per intrappolare i paesi in una depressione economica senza sbocchi. 

Il caso deriva da reclami legali di 37.000 cittadini, tra cui il partito della sinistra, il movimento “più democrazia” e un nucleo di professori euroscettici. La maggior parte sostiene che la BCE ha oltrepassato il proprio mandato finanziando il deficit degli Stati. La questione è un pò più complessa, perché in realtà ha finanziato le banche tedesche “liberandole” da titoli tossici.

Secondo Berenberg Bank  il caso è ora «il più importante evento di rischio» che incombe sulla tenuta dell’Eurozona, con un verdetto che potrebbe limitare o addirittura bloccare l’azione della BCE.

Vox

Di Fabio ha detto che la Corte, o Verfassungsgericht, non ha  “il potere”  di forzare la BCE a cambiare politica, ma può emettere un ultimatum “dichiarativo”. Se la BCE continua con gli acquisti di bond a prescindere, i giudici potrebbero e dovrebbe vietare alla Bundesbank di prenderne parte.

Jens Weidmann della Bundesbank  non attende altro.  Ha presentato una relazione alla Corte nel mese di dicembre ad attaccare la BCE e l’azione di Mario Draghi sul debito come altamente rischioso, definendolo una violazione dei principi fondamentali e di indipendenza della BCE. La BCE non ha un mandato legale a sostenere la “composizione attuale dell’Unione monetaria”, ha scritto.

E una volta che la BCE fosse costretta a bloccare  l’OMT , che da solo ha calmato i mercati e salvato l’euro, l’Eurozona avrebbe i giorni contati.

In un panorama europeo nel quale le varie Corti Costituzionali si sono segnalate per il loro servilismo al “progetto”, pronte a svendere le sovranità nazionali, la Corte tedesca è emersa come il difensore dello stato-nazione all’interno del sistema dell’UE, affermando la supremazia del Grundgesetz tedesco sulla legislazione UE, e quindi delle leggi nazionali su quelle europee. Di fatto tirando una linea oltre la quale Bruxelles non può passare.

La Corte ha infatti sì, sostenuto la costituzionalità del trattato di Lisbona, ma ha anche stabilito che gli Stati dell’Europa sono “Padroni dei trattati” e non il contrario e ha ricordato alla UE che i parlamenti nazionali sono la solo legittima forma di democrazia. E ha detto che la Germania deve “rifiutare ogni ulteriore integrazione dell’UE” se questa minaccia i poteri del Bundestag eletto.

La Corte ha emesso un altro “si” condizionato a settembre, quando ha approvato il fondo ESM, ma ha anche legato le mani di Berlino fissando il massimo apporto a €190bn e bloccato la trasformazione in “banca” del fondo stesso. In questo modo uccidendo ogni speranza di Eurobond, di condivisione del debito o di unione fiscale. Vietando al parlamento tedesco, il Bundestag di “accettare la responsabilità per le decisioni di altri Stati”. Per questo viene da sorridere quando si sente Letta e B. dire che convinceranno la Merkel all’unione fiscale: fortunatamente, la Merkel non potrebbe nemmeno se volesse.  

Fondamentalmente, il Tribunale ha detto al Bundestag che non può legittimamente alienare i propri poteri a organi dell’UE, anche sevolesse, perché questo minerebbe la democrazia tedesca. In questo modo la Corte di Karlshrue ha difeso non solo, la sovranità della Germania, ma anche quella di tutti gli altri paesi, i cui politici sono così orgasmicamente pronti a cedere ai burocrati di Bruxelles.

Al tempo di quella sentenza, Andreas Vosskuhle disse che la Germania aveva raggiunto i limiti dell’integrazione nell’UE. Eventuali ulteriori passi richiederebbero una “nuova costituzione”, che a sua volta richiederebbe un referendum. 

In conclusione. La sentenza che i giudici costituzionali tedeschi emetteranno, potrebbe dare il via ad una serie di effetti a catena che renderebbero l’euro una moneta morta. Le prossime settimane potrebbero essere le ultime, per l’euro.