Esclusivo: nel campo Rom dove tifano Marino – “Ci darà le case popolari”

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Uno dei nostri collaboratori è a Roma, vuole sapere cosa ne pensano i Rom dell’imminente ballottaggio. Le loro preferenze, cosa vogliono e cosa si aspettano dai due candidati in lotta.

La scena è un campo nomadi alla periferia di Roma, è difficile farsi ascoltare, non si fidano dei giornalisti, ma se dici di essere un giornalista di Repubblica, parlano con te più che volentieri.

Lui è Bogdan, o almeno questo è il nome che dice di avere, e “vive” a Roma da qualche anno. Bogdan è uno che conta nel campo rom, lo si capisce da come si muove e da come gli altri lo trattano con deferenza. Gli altri hanno paura di Bogdan, è evidente. E’ una sorta di “capo”.

Gli chiediamo se può concederci un’intervista, lui accetta, a patto di non rivelare il nome del campo nomadi. Le sue risposte sono lasciate “al naturale”, senza correzioni eccessive.

Allora, Bogdan, sai che ci sarà il ballottaggio la settimana prossima, cosa pensi dei due sfidanti?

«Cosa penso? Che Alemanno è un cattivo sindaco, io spero perde. Non conosco altro, come si chiama, Marino?»

Si, Marino.

«E’ venuto qui.»

E’ venuto qui, da voi, al campo?

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«Non lui, suoi candidati nelle liste. A chiedere voti di noi che abbiamo documenti»

In quanti votate qui? E cosa vi hanno promesso?

«In questo campo qualche decina, ma ci sono altri campi. Loro promesso stop sgomberi di Alemanno e basta discriminare su case popolari»

Vi hanno promesso le case popolari?

«Si, hanno detto che possiamo avere case.»

Marino è in vantaggio, ma se vincesse Alemanno?

«Io spera no. Noi vogliamo integrare a Roma, avere casa e raccogliere rifiuti che usiamo nei campi, con sgomberi è difficile. Altri anni Alemanno io vado via, ho parenti Milano. Li è buono sindaco, amico di Rom.»

Bogdan, voi in questo campo avete oggetti rubati vero?

«No, noi non ruba. E’ pregiudizio, noi raccoglie oggetti abbandonati»

Cosa vorresti dire a chi leggerà l’intervista?

«Che noi siamo discriminati in Italia.»

E proprio mentre ce ne andiamo, arrivano dei volontari a distribuire materiale elettorale e ad istruire gli ospiti del campo su come si vota. Quando vedono noi, spariscono. Saliamo in auto, e il campo nomadi si perde alle nostre spalle.