IL FATTO QUOTIDIANOGENOVA PER DON GALLO CONTESTA BAGNASCO In migliaia al funerale del "prete di strada" che cambierà per sempre la storia della Chiesa. Non solo per i fischi al presidente Cei per un infelice passaggio sul cardinal Siri. Ma anche per la varia e "diversa" umanità sotto l'altare. E il "Bella Ciao" fra gli inni sacri
Che il direttore del Fatto, Padellaro, non avesse proprio tutte le rotelle di fabbrica lo sapevamo, non è difficile capirlo, ma insomma…
A parte il definire “Genova” qualche centinaio di fanatici, la Chiesa ha duemila anni di Storia, pensare che un individuo come Gallo l’abbia cambiata, non dico “per sempre”, come spara a vanvera il Fatto, ma anche solo per cinque minuti, è demenziale.
Non solo. Gallo non ha cambiato nulla, non più di quanto un qualsiasi sacerdote del culto di Osiride possa avere cambiato la propria religione durante l’ultimo regno. Individui del genere non incidono su una storia così profonda, ne sono uno degli aspetti terminali.
Gallo infatti non è stato un “fattore di cambiamento”, è stato, semmai: l’espressione di un cambiamento. In peggio ovviamente. La spia di una Chiesa in disgregazione entropica. Lui e Milingo sono due facce della stessa medaglia.