Seppuku di un eroe moderno: si uccide a Notre Dame contro le adozioni gay

Vox
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vennerÈ entrato nella cattedrale di Notre Dame, e una volta dietro l’altare, si puntanto la pistola alla testa e ha fatto fuoco. E’ morto così, lo scrittore e storico Dominique Venner, 78 anni. Non suicidandosi, ma “sacrificando” la propria vita per risvegliarne milioni.

Sul corpo è stata ritrovata una lettera, nella quale spiegava le ragioni del suo determinato, drammatico e al tempo stesso eroico gesto. Come un Samurai d’altri tempi, come Mishima che fece seppuku per protesta contro la modernità nichilista dilagante nel suo Giappone.

Autore di decine di opere sulla “guerra civile europea” e militante identitario, si era schierato contro la nichilista e folle legge sulle nozze e adozioni gay. Proprio poche ore prima di compiere il suo estremo sacrificio aveva chiesto sul suo blog “gesti nuovi, spettacolari e simbolici per scuotere i sonnolenti, le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini”. Attualmente era direttore della rivista bimestrale di storia “Nouvelle Revue d’Histoire” e vicino ai movimenti anti-omosessualisti francesi.

“Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner, il cui ultimo gesto, eminentemente politico, è stato di tentare di svegliare il popolo di Francia”, scrive su Twitter la leader del Front National, Marine Le Pen.

Ora cercheranno di dipingerlo come un “vecchio folle”, perché questa morte è una testimonianza che terrorizza il Sistema. Un uomo che sacrifica i suoi ultimi anni con l’ultima ribellione possibile davanti al regime: togliendosi la vita.

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Venner ha segnato la strada del risveglio con il suo sacrificio. Come i monaci tibetani che si immolano contro l’oppressione cinese, lui si è immolato contro l’oppressione del nuovo totalitarismo del politicamente corretto. Onore a lui.

RITRATTO – Il saggista e storico francese Dominique Venner, immolatosi davanti all’altare della Cattedrale di Notre-Dame de Paris, è un uomo che non ha mai rinunciato al suo impegno per i giovani nel campo della destra radicale che potremmo chiamare “pagana”.
Nato il 16 APRILE 1935 e segnato dall’influenza di un padre architetto che era un membro del PPF, Partito Popolare francese. Volontario durante la guerra in Algeria, ha partecipato al conflitto in una unità di paracadutisti, vicino all’OAS, sarà imprigionato in carcere per aver sostenuto il putsch dei generali ad Algeri nel 1961.
Dopo aver fondato nel 1963, il movimento nazionalista d’azione europeo, ha partecipato nel 1968, con Alain de Benoist, alla creazione di Grece, Gruppo di ricerca e studio sulla civiltà europea, movimento intellettuale che rivendica una visione della società elitaria e tradizionalista, che raccoglieva, alla fine degli anni ’70, la simpatia di intellettuali diversi come Louis Pauwels, Thierry Maulnier Pierre Debray-Ritzen o Jules Monnerot.

Politicamente disimpegnato dal 1980, Dominique Venner si è poi dedicato alla ricerca storica e saggi di scrittura, tra cui la caccia e le armi, diventerà uno specialista riconosciuto.

Si dedicò soprattutto a lavorare sulla storia del XX secolo pubblicando libri che ora sono libri di riferimento, come Baltikum dedicato ai Freikorps tedeschi 1920, Les Blancs et les Rouges, un libro straordinario sulla guerra civile in Russia dopo la presa del potere da parte di Lenin. Altri libri, come la Storia critica della Resistenza o la storia e le tradizioni degli europei , pubblicato nel 1990, riflettono la continuità del suo impegno ideologico anti-gollista e tradizionalista.

Fondatore nel 2002 de La Nouvelle Revue d’histoire. Il suo gesto è l’ultimo atto di un “cuore ribelle”, titolo della sua autobiografia pubblicata nel 1994, dove ha raccontato la sua vita e il significato dei suoi impegni.