Genova: “Fateci recintare il quartiere”

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C’è un quartiere  di Genova totalmente preda della criminalità e del degrado: macchine date alle fiamme,  portoni danneggiati, zingari e sporcizia ovunque. La zona ospita uffici e ditte attive in vari settori.

E a nulla sono valse le segnalazioni all’amministrazione comunale, che è del resto impegnata nella costruzione di una moschea e nell’aiuto agli zingari. Nessuna risposta pratica ai cittadini genovesi che pagano le tasse, se non una letterina vaga che sa tanto di resa incondizionata al degrado: «Gentili signori – scrive l’assessore alla Legalità Elena Fiorini – pur non nascondendovi le difficoltà di interventi risolutivi, in quanto l’area per collocazione e per conformazione attrae attività illecite di vario genere, siamo tuttavia determinati a supportare i cittadini in attività di contrasto, per tramite di un più puntuale controllo con la polizia municipale anche in coordinamento con la Questura, con la quale abbiamo in corso un tavolo di coordinamento». Capito? Il Comune, al massimo, è determinato a supportare i cittadini in attività di contrasto. Insomma, fate da soli, noi vi “supportiamo”.

«Continuiamo a spendere un sacco di soldi per ripristinare le cose danneggiate – dice un imprenditore della zona – Infatti mentre di giorno ci sono gli uffici, di notte invece arrivano stuoli di prostitute che insieme ai clienti si appartano addirittura dentro i portoni, forzando le serrature e lordando gli androni». Così al mattino, quando arrivano, gli impiegati trovano gli atri di ingresso ridotti a vespasiani, e sempre più spesso la situazione è fuori controllo anche nelle strade, con macchine rubate e abbandonate dopo essere state “demolite”.

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E poi ci sono gli zingari accampati senza che l’amministrazione faccia nulla per sloggiarli, che usano la zona come base per le loro “scorrerie” in centro. «Ci dicono che l’assessore Fiorini voglia mettere mano al problema dei rom e potrebbe cominciare da qui»,  “sognano” alcuni dipendenti, che devono tenersi ben stretta la borsa per evitare aggressioni e furti.

A questo punto chi ha un’attività nella zona ha deciso che l’unica soluzione è recintare tutta l’area per impedire che gli immigrati si avvicinino ai palazzi e ai posteggi. La richiesta del permesso è già stata avanzata in Comune, servono le autorizzazioni perché l’area è abbastanza grande, ma sarebbe l’unico modo per far desistere chi vuol delinquere. «Certo la spesa che dovremo sostenere sarà molto elevata ma resta il fatto che tanto stiamo già spendendo un patrimonio per ripristinare le cose danneggiate, che tanto dopo poco vengono di nuovo prese di mira».

Insomma, iniziano a nascere i “castelli” nei quali i cittadini si rifugiano per proteggersi dai “barbari”. Ricorda qualcosa?