Il grande equivoco: “Se fosse stato un italiano…”

Vox
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Di fronte agli aberranti crimini di cui sempre più spesso si macchiano i loro “beniamini” ( si pensi solo a cosa hanno fatto i due ghanesi, a Livorno e Milano, in appena una settimana), gli xenofili non hanno di meglio da fare che ricordarci, con incomprensibile aria di supponenza: “ si, avranno sbagliato, ma se fossero stati italiani, che dicevate? Siete solo dei razzisti, fascisti, omofobi ( ci sta sempre bene)”, e bla bla bla [1].
Questa presunta “argomentazione”, che vendono come fosse un parto geniale e originale del proprio intelletto, non è che frutto di un concetto che hanno assorbito apaticamente ( a mo’ di spugna) dalla televisione e dai mass media; e cioè:” Non bisogna generalizzare, i criminali sono ovunque, come le persone oneste”.

Questo è un concetto così elementare, che di per sé non è sbagliato; è davvero difficile negare che in qualsiasi paese, si possa trovare qualcuno che infrange la legge [2].
Il problema, l’equivoco, è che questo concetto, apparentemente inoppugnabile, viene in realtà interpretato ( più o meno implicitamente) in una maniera del tutto diversa: “ in qualunque luogo del mondo, esistono le medesime ‘sensibilità’, le medesime ‘abitudini’, e le medesime percentuali di popolazione che la rispetta le leggi”; è quest’interpretazione, che permette di poter dire:” se fosse stato un italiano”. Questa frase xenofila, infatti, dà per scontato che l’autore di un detto crimine avrebbe potuto essere stato, tranquillamente, un italiano, e che è solo un “caso”, che si è invece trattato di un immigrato.

L’assunto su cui si fonda la frase:” se fosse stato un italiano”, è quindi falso, sul piano teorico, e pericoloso, sul piano pratico.
Per rendere chiaro quanto sia irrazionale e pericolosa tale assunto, facciamo un semplice esempio; supponete di essere cittadini della Nazione X, che ( a differenza dell’Italia) ha bisogno di manodopera [3]. Vi sono due paesi, Sud africa e Armenia, da cui in decine di migliaia vorrebbero emigrare, per giungere nella vostra nazione, e voi dovete quindi scegliere se questi immigrati devono venire da uno solo dei due paesi, o da entrambi.
Considerando che come società vi interessa minimizzare la criminalità, ragionando razionalmente, accetterete gli immigrati solo dall’Armenia, che ha tassi di omicidio e stupro minimi, rispetto a quelli abnormi del Sud Africa.
Eppure, dovendo “ragionare” secondo la xenofila mentalità, i criminali e le persone oneste stanno dappertutto, quindi che differenza fa?

E’ evidente dunque che gli xenofili, partendo dall’ovvietà che i criminali sono ovunque, arrivano a far perdere d’importanza ad ogni valutazione d’insieme.
Ed ecco allora che lo xenofilo, che si crede tanto aperto, diviene in realtà il più dogmatico di tutti; perché il suo postulato egualitario, si traduce in un paraocchi che gli impedisce di vedere la realtà, e che fa perdere di significato comportamenti come: il citare, in un giornale, l’etnia del criminale, o il fare statistiche sui crimini, in merito all’etnia; anzi, questi comportamenti diventano “razzisti”.

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Ovviamente, la realtà non cambia, solo perché le “animebelle” la ignorano; e, infatti, i dati sulle percentuali dei crimini [4] variano in maniera considerevole, non solo tra italiani e immigrati, ma anche tra le varie etnie immigrate; e ciò dipende da motivi etnico-culturali, oltre che da motivi sociali.

E la tipica frase buonista: ” se fosse stato un italiano”, fondata su un assunto falso, si mostra per ciò che è: una fallacia logica.

Note:
[1]Ovviamente, il fatto che un clandestino non dovrebbe stare in Italia, rende comunque un crimine compiuto da esso, più grave, perché evitabile. Ma questo non è il tema dell’articolo.
[2]Anzi, si potrebbe obiettare, a livello speculativo, che l’esistenza stessa della legge, implica che ci sia qualcuno che non la rispetti.
[3] Logicamente, supponiamo di trovarci in una società di mercato, nella quale le varie imprese non si fanno problemi a risolvere un eventuale eccesso di domanda sul mercato del lavoro, facendo aumentare l’offerta di lavoro nella società, evitando anche un incremento del salario, mediante manodopera straniera. E ovviamente, questa è un’ipotesi sulla cui auspicabilità, ci sarebbe molto da dibattere.
[4] http://xn--identit-fwa.com/blog/2013/02/01/criminalita-limpatto-devastante-dellimmigrazione-dati-e-numeri/

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Fonte: Identità.com