Per sabato pomeriggio Forza Nuova organizza un presidio davanti all’ospedale Maggiore contro il degrado da parte dei numerosi Rom che bivaccano nel campo che sorge a poche decine di metri, i parcheggiatori abusivi, “per la difesa dello ius sanguinis” e contro Equitalia.
E’ noto l’utilizzo che gli zingari della zona fanno dell’ospedale. Oltre al bivacco diurno, la notte utilizzano quelle che di giorno sono barelle, per fare i loro comodi.
“Forza Nuova sarà presente a scadenze regolari sul territorio, con l’obiettivo di creare un deterrente e l’allontanamento fisico di Rom e abusivi, questo chiede il popolo e questo è quello che faremo”. Ma la fantomatica Associazione dei partigiani, in pieno stile democratico, contesta la manifestazione organizzata dal movimento.
Infatti “esprime la sua netta contrarietà a tale iniziativa per i suoi chiari connotati razzistici e discriminatori nei confronti di una popolazione presente in tutta Europa. Bologna città Medaglia d’oro della Resistenza e della lotta di Liberazione”. L’Anpi respinge “la finalità provocatoria e razzista” della manifestazione “con l’auspicio che le Autorità preposte impediscano ogni tentativo di turbamento della legalità e del vivere civile nella nostra città”. La democrazia li “turba”, l’espressione del dissenso li “turba”.
E non scomodino resistenze e medaglie d’oro, la questione è solo una: vi va bene che gli zingari bivacchino all’Ospedale Maggiore? Si o no? Tutto il resto è propaganda e inutile retorica. Soprattutto da parte di chi, nel 1943, non era nemmeno nato.
L’Anpi è infatti l’ennesima associazione parassitaria che vive dei soldi succhiati dalle nostre tasse. Quale senso possa avere un’associazione di partigiani ormai al 99% composta di gente che durante la seconda guerra mondiale non era ancora nata, è misterioso.
Contro l’iniziativa di Forza Nuova anche l’Associazione nazione rom e il Consiglio cittadino rom di Bologna che organizzano per sabato mattina, sempre davanti all’ospedale Maggiore, una “manifestazione antirazzista in difesa della libertà, dignità e vita umana”. Quella dignità da loro costantemente difesa mandando i bambini ai semafori, segregando le ragazze nei campi e rubando nelle case.