Oltre 30mila sfilano contro l’aborto a Roma

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Grande partecipazione alla “marcia per la vita” e contro l’omicidio di Stato. Sono oltre 30mila le persone che hanno sfilato e stanno ancora sfilando. A prendere parte all’evento sono istituti religiosi, parrocchie, associazioni laicali pro-vita e normali cittadini.

Al corteo pro-vita in testa alla manifestazione, dietro lo striscione con su scritto ‘Marcia nazionale per la Vita’ partecipa anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. ”E’ un segnale di grande sensibilità questa manifestazione perché al Colosseo si manifesta contro la pena di morte e quindi non si può non dire ‘no’ alla strage degli innocenti. Sarebbe giusto attuare la legge 194 nella parte in cui si propone di aiutare le donne a non abortire per dare una mano a chi è in difficoltà. Penso che il governo non debba intervenire su questi temi, vista anche la sua natura bipartisan, ma debba lasciare al Parlamento e alle commissioni il dibattito. Se si è contro la pena di morte non è possibile non schierarsi contro gli attacchi alla vita innocente che derivano dall’aborto e dall’eutanasia”. E sui matrimoni gay: ”bisogna difendere la libertà di tutti ma la famiglia, così come sancita dalla Costituzione, è un’altra cosa”.

Anche Papa Francesco ha voluto essere partecipe e ha lanciato un appello per la difesa della vita e la protezione del bambino fin dal concepimento, e sceso in piazza San Pietro ha voluto salutare così i partecipanti alla ”Marcia per la vita”. ”Invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento”.

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Prima della partenza dal Colosseo Virginia Coda Nunziante ha ricordato che “la lotta a favore della vita è anche a difesa dell’intera società, sottoposta a un’enorme e spaventosa crisi valoriale”.

Le reazioni. “Non sono alla marcia per la vita perché non voglio strumentalizzare politicamente un’iniziativa giusta. Io sono per la difesa della vita in ogni suo stadio, ma non si può prendere parte alla marcia solo perché le elezioni comunali sono vicine – ha commentato Ignazio Marino, candidato sindaco di Roma riferendosi alla presenza di Alemanno al corteo – L’impegno per la difesa della vita deve essere quotidiano e lontano dai riflettori mediatici. Sinceramente sono dispiaciuto dal comportamento di alcuni candidati che hanno annunciato la loro presenza in prima fila alla manifestazione solo per avere un ritorno mediatico. La vita – ha continuato Marino – si difende con i fatti e il mio programma elettorale parte proprio da questo punto irrinunciabile e da un lavoro serio per trasformare la nostra città in un luogo dove realmente la priorità siano la persona umana e i suoi inalienabili diritti”.

Si è scagliato contro la marcia Mario Puiatti, presidente nazionale dell’Associazione italiana per l’educazione demografica:”Ancora una volta assistiamo alla manifestazione di movimenti religiosi integralisti che chiedono l’abrogazione della legge 194 che 35 anni fa ha legalizzato l’interruzione volontaria della gravidanza in Italia. Ormai fa parte della liturgia. Eliminando la legge non si elimina l’aborto. La legge ha solo consentito a tutte le donne, non solo a quelle che potevano permettersi di andare nelle cliniche svizzere, di abortire in ospedale senza rischiare la pelle.”. Forse la sua associazione dovrebbe andare a predicare “l’educazione demografica” in Africa.

Comunque la si voglia mettere, l’aborto è un omicidio. E la legge 194 non lo ha “limitato”, nei primi anni, in cui regnava l’ignoranza, lo ha “sollecitato”. Portando alla crisi demografica attuale. Oggi l’aborto in Italia non è un’emergenza nei numeri, è in continuo calo tra le donne italiane, ma non dobbiamo dimenticare che ogni aborto è un bambino ucciso. Nel caso dell’aborto la componente debole non è la donna, ma il bimbo indifeso.

La legge italiana non è vero che preveda l’aborto così come è oggi applicato. Il referendum sull’aborto libero venne sconfitto, venne approvato, e giustamente, quello per l’aborto solo in caso di stupro e pericolo di vita della donna. Ma come sempre in Italia, è stato disatteso.




Un pensiero su “Oltre 30mila sfilano contro l’aborto a Roma”

  1. Quel Puiatti stia zitto, è un emerita testa di ca**o, e come è stato giustamente sottolineato nell’articolo, vada a farla in Africa l’educazione demografica, dove proliferano in maniera eccessiva ed irresponsabile.

    La 194 va abrogata e sostituita con una nuova legge che dia regole rispetto alla interruzione di gravidanza, non come i primi anni della sua entrata in funzione, quando c’è stato un vero abortismo di massa che ha costretto molte donne (per gran parte sposate) a rinunciare a far nascere il proprio figlio per ragioni economiche, e su quest’ultimo punto, lo Stato italiano è fortemente responsabile perché non ha mai varato provvedimenti fiscali a favore delle famiglie più numerose e con redditi bassi.

    Insomma, in Italia chi vorrebbe avere più figli è impedito a farli, grazie a queste nostre istituzioni pubbliche che pensano più a chi viene da fuori.

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