La magistratura è ormai fuori controllo. E non per le note vicende di B. – a proposito, ci piacerebbe vedere il Pdl scendere in piazza contro le oscenità commesse dai magistrati non solo contro il proprio capo – ma per un attacco sempre più massiccio contro la libertà d’espressione.
Tutto iniziò con l’affaire Stormfront, e noi avvisammo che non sarebbero stati solo i “brutti sporchi e cattivi” ad essere perseguitati. Sarebbero stati solo i primi.
Da allora è un crescendo. Meno si occupano di perseguire i reati veri – tipo espellere un ghanese clandestino che gira per Milano con il piccone – più si impegnano nel perseguitare quelli d’espressione.
Solo oggi, due notizie degne d’un paese sotto dittatura:
Choc: criticarono Kim-il-Napolitano su blog Grillo, saranno processati
Il confine è passato. La libera espressione del dissenso non è più garantita, e il motivo è semplice: il regime sta perdendo legittimità, e perdendola, non può più gestire e permettere il dissenso.
Nessun regime in salute, sia questo dittatoriale o falsamente democratico come il nostro, si preoccupa delle espressioni di dissenso contrarie a ciò che propaganda, riesce a gestirle, in genere le utilizza come legittimazione del proprio ostentato “pluralismo”. Quando ciò non accade, quando il regime cessa di ostentare una falsa libertà, significa che è talmente terrorizzato dalle idee dissenzienti, da non cercare nemmeno più di mascherare il proprio totalitarismo autoritario. Un attimo dopo, il regime crolla.
Noi siamo un attimo prima di quel crollo. I Letta, gli Alfano, i Monti e i loro reggicalze della magistratura sono già morti. Politicamente.