Lettera choc nella casa degli orrori: “Rapite perché…”

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L’arresto del “migrante” Ariel Castro è stato convalidato e la cauzione è stata fissata ad 8 milioni di dollari dal Tribunale. L’ex autista portoricano di scuola bus, 52 anni,  dovrà rispondere dell’accusa di stupro e di quattro capi di imputazione per sequestro di persona nei confronti di Amanda Berry e della figlia di 6 anni, nata durante la prigionia, Gina Dejesus eMichelle Knight, tutte e quattro liberate grazie ad un vicino, Charles Ramsey. I due fratelli di Castro, portati via dalla polizia perché si trovavano in casa con lui al momento dell’arresto, sono al momento solo indagati perché “estranei”, anche se appare quantomeno improbabile che i due non si siano resi conto che tre ragazze venivano segregate nella casa che frequentavano.

rapiteLe tre ragazze erano schiave sessuali di Ariel, ma è stata Michelle, la più grande delle tre, a rimanere incinta almeno cinque volte. Tutte gravidanze “risolte” dal portoricano “alla Bonino”, ovvero con aborti procurati a pugni sulla pancia della donna. Gina, invece, l’unica delle tre della stessa etnia del folle, pare non sia mai rimasta incinta, mentre il parto di Amanda è avvenuto in condizioni tremende: pare che la donna si sia stesa in una piccola piscina gonfiabile in modo, riferiscono le fonti citando parole attribuite a Castro, da non “sporcare troppo”.

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Intanto il cronista Scott Taylor è venuto in possesso di una lettera sequestrata dalla polizia nella casa degli orrori, nella quale Ariel Castro “accusava” le tre dei loro stessi rapimenti, perché fecero l’errore di “salire in auto di un estraneo”.  Nella stessa lettera scrive di non capire come mai rapì una terza ragazza, visto che “già ne avevo due”, e confida di essere un “predatore sessuale” chiedendo aiuto.

Come avrete notato, nessun giornale parla di “migranti”. Guai a violare il dogma secondo il quale l’immigrazione è ricchezza. Qualcuno potrebbe anche svegliarsi.

 




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