Ancora terrorismo e violenza in Iraq. Nella giornata appena trascorsa, sono almeno 17 i morti ( e 33 i feriti), provocati dal lancio di tre autobombe e una granata, all’interno della moschea di Baghdad.
E’ solo l’ultimo di una serie inarrestabile di atti di terrorismo, che va avanti da almeno un mese, e che anticipa le imminenti elezioni amministrative; una spirale che diviene sempre più cruenta: solo negli ultimi 4 giorni si calcolano più di 200 morti.
Sono oramai 10 anni che in Iraq è guerra perenne; una guerriglia etnica fatta di continui attentati terroristici, con cui le varie comunità del paese si colpiscono; i morti calcolati, negli ultimi dieci anni, sono oltre i 200.000.L’Iraq è solo l’ennesimo esempio di cosa davvero voglia dire essere una società multietnica; e di come solo con un forte autoritarismo questa possa sopravvivere.
Finché ha regnato il socialismo nazionale, dittatoriale, di Saddam, il paese è riuscito ad avere ordine e benessere, pur dovendo rinunciare a libertà e democrazia. Crollato tale regime, è esploso il caos.
E dire che già nella costituzione del nuovo stato, si è cercato “infantilmente” di accontentare le varie comunità, promettendo a ognuna di esse, cariche statali o entità amministrative. Ma è solo un inutile compromesso con la democrazia.
E ora che le elezioni amministrative dei vari governatorati sono prossime, lo scontro è più che mai feroce.