Italia e Spagna alleati per chiedere all’Europa “attenzione alla crescita e al disagio sociale”, senza “contrastare” la Germania come se si trattasse di un “match di football o come la rivincita di una finale di champions”. È questo il non-senso dell’incontro tra il nipote di Letta e l’anatra zoppa Mariano Rajoy oggi a Madrid.

“Congratulazioni per essere riuscito a unire l’appoggio politico intorno a lei. Un compito molto complesso realizzato con destrezza che ha posto fine a periodo di incertezza non solo per l’Italia ma per l’Europa”, ha detto il premier spagnolo accogliendo il presidente del Consiglio italiano. Qui tutto crolla, e questi non sanno fare altro che “coccolarsi” tra loro: “ma come sei bravo”, “no sei più bravo tu”.

“È necessario risanare i conti e poi lavorare sulla crescita”. Nessun conto sarà mai risanabile senza crescita.

Ma la realtà è che gli eurofanatici sono terrorizzati. Il loro esperimento sta portando fame e miseria, e questo li turba. Ma non per i danni creati ai loro popoli, ma perché altrimenti “si creerebbero le condizioni perché alle elezioni europee del 2014 i partiti vincenti saranno quelli antieuropei”. Parola di Letta, educato dalle balie di Bruxelles, al sacro vincolo verso l’euro.