D’Alia, il ministro dc nemico di Internet

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Uomo forte dell’Udc in Sicilia – il che è tutto dire, data la natura dell’Udc siciliano – Giampiero D’Alia è il nuovo ministro della Pubblica amministrazione. Politico non per meriti, ma per eredità familiare: suo padre, Salvatore D’Alia è stato deputato della Dc, e poi del Ccd.

Il suo nome è legato alla legge “ammazza internet”, naufragata anche grazie a una forte protesta, che D’Alia promosse nel 2009 con la quale si sanciva la “repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Una sorta di “mancino all’ennesima potenza”.

Da Wikipedia:

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Il 5 febbraio 2009, durante la seduta n. 143 del Senato della Repubblica, l’On. Gianpiero D’Alia ha promosso e ottenuto l’inserimento di un emendamento (Art. 50-bis, poi art. 60) nel disegno di legge 733 (cosiddetto “Decreto Sicurezza”) da presentare alla Camera, nel quale si sancisce la “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”.Secondo D’Alia, in caso di apologia o istigazione a delinquere a mezzo internet, « in presenza di questi contenuti il ministero diffiderà il gestore, e questi avrà due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare questi contenuti oppure non ottemperare. Se non ottempera diventa complice di chi inneggia a Provenzano e Riina e quindi è giusto che venga oscurato. » L’iniziativa ha suscitato aspre critiche dal mondo dei blogger italiani, tra cui Beppe Grillo, oltre che delle aziende legate alla rete, tra cui quelle di Marco Pancini, responsabile per le relazioni istituzionali di Google in Italia. Pochi giorni dopo l’introduzione dell’emendamento D’Alia nel disegno di legge “decreto Sicurezza”, il deputato del Pdl Roberto Cassinelli, già autore di diverse iniziative parlamentari in materia di rete, ha annunciato sul proprio blog la presentazione di un “controemendamento” che modificasse il testo del senatore D’Alia. Esso, secondo Cassinelli, “mette a rischio la libertà della rete”. Il “controemendamento” di Cassinelli, come lui stesso ha annunciato sul proprio blog, è stato approvato dalle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia nella notte del 29 aprile, e l’articolo 60 introdotto dall’emendamento D’Alia è stato, quindi, abrogato. Dopo la diffusione su molti siti e blog di una notizia relativa all’approvazione del pacchetto sicurezza e del “collegato” emendamento D’Alia, notizia diffusa e poi smentita dallo stesso Marco Travaglio in un errata corrige, D’Alia ha voluto spiegare in un videomessaggio la sua posizione in merito, dicendosi contrario alla censura

E’ stato inoltre uno dei firmatari della mai approvata legge sulla cittadinanza facile, insieme ad altri xenofili nella scorsa legislatura. Nonché gaffeur, quando dopo un omicidio se ne uscì con:

Roma5 gen. (TMNews) – “La destra e la Lega Nord polemizzano sulla tassa di soggiorno ma non dicono una parola quando le vittime di gravissimi fatti, come quello di ieri notte a Roma sono straniere. Che si usino due pesi e due misure?”.

Salvo poi scoprire che non solo le vittime, ma anche i carnefici erano immigrati.