Come in tutta Italia, anche in Alto Adige ci sono sedicenti profughi che da due anni vengono mantenuti a spese nostre con stipendi che i giovani italiani si sognano – 45€ al giorno, circa 1.400€ al mese – pagati dallo Stato e quindi da noi con le tasse.
Il 30 aprile scadono i tempi della loro accoglienza – tranquilli, non verranno espulsi anche se nessuno di loro ha le prerogative per lo status di rifugiato, verranno liquidati con 500€ e saranno liberi di gozzovigliare per l’Italia – così anche i duecento clandestini camuffati da profughi che vivono in strutture nella provincia di Bolzano dovranno liberarle.
Ma come in altre zone d’Italia, non vogliono andarsene. Vogliono continuare ad essere mantenuti e ospitati a nostre spese. E come in altre zone d’Italia sono pronti alla violenza.

I fatti di Torino con l’occupazione di palazzine supportata dai fannulloni dei centri sociali è solo uno dei tanti casi. Ci sono poi i disordini di Piacenza, Milano, Roma, Napoli, Reggio solo per citarne alcuni, disordini dei quali, ovviamente, i media non vi hanno informati.

Alcuni lettori ci informano che è in atto una vera e propria campagna stampa da parte di chi “vive d’immigrazione” e d’immigrazione s’ingrassa, perché la provincia di Bolzano continui a mantenere, anche dopo i termini di legge, i clandestini al Fischerhaus di Vintl: una palazzina ai bordi della strada statale della Val Pusteria che ospita una ventina di immigrati – nessun libico – che, con la scusa della scaramuccia libica, si fiondarono sulle coste italiane pagando migliaia di euro. Investimento che ha fruttato, visto che, in 24 mesi, ognuno di loro ha percepito circa 36.000 euro.

Come dice uno degli ospiti: “Se dobbiamo andare via per noi sarà una tragedia. Ci daranno un po’ di soldi – 500€ ndr – certo, ma con quei pochi soldi non possiamo fare nulla, dove andremo a dormire? Qui trovare un alloggio è molto complicato. Per noi è addirittura impossibile. Non so come faremo”.

E gli Italiani, ai quali non vengono dati nemmeno quei soldi, dove vanno a dormire? Dove trovano un lavoro?

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